La notizia della sospensione del servizio IVG presso l’ospedale di Foligno è molto grave: per un periodo indefinito di fatto verrà interrotto un pubblico servizio. Oltre al livello “operativo”, pensiamo sia necessario porci collettivamente alcune domande: perché e come si è arrivati al punto in cui un unico medico si occupava, responsabilmente, di accompagnare le donne che ne facevano richiesta all’interruzione volontaria della gravidanza? Perché, a quasi 40 anni dall’entrata in vigore della legge 194, la stessa può dirsi sul punto inattuata.

In Umbria il tasso di obiezione di coscienza nelle strutture ospedaliere è, a livello aggregato, di oltre il 65%. Ora, a Foligno, siamo di fatto al 100%. La questione non è solo pratica, ma etica e politica: di fatto si continua a decidere sul corpo delle donne, sulle loro possibilità di scelta, sulla tutela della loro salute e di una maternità che sia davvero responsabile. Vogliamo che quanto prima sia ripristinato il servizio IVG, e ci sentiamo di riproporre alla governatrice Marini quanto sostenuto dal suo omologo laziale, Zingaretti, al momento di integrare il personale medico presso il reparto di ginecologia dell’ospedale San Camillo di Roma: una selezione riservata a dottoresse e dottori non obiettori. Si può fare.

Alle donne diciamo di continuare, sempre, a pretendere la piena garanzia e tutela dei loro diritti: per un aborto sicuro e legale; per un supporto qualificato in caso di necessità. Tutte e tutti noi abbiamo bisogno di più servizi e meno giudizi.

Rifondazione comunista dell’Umbria
 

 

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