Dopo un ordine di evacuazione emesso dalle forze israeliane e di un'esplosione a circa 250 metri dall'ospedale Al Aqsa a Deir Al Balah, supportato da Medici Senza Frontiere, quasi 650 pazienti sono fuggiti dall'ospedale temendo per la propria vita. Di conseguenza, in coordinamento con il ministero della sanità, le équipe di MSF hanno aperto con anticipo rispetto ai piani previsti un ospedale da campo e hanno iniziato a ricevere i primi pazienti, in una situazione di grave carenza di forniture mediche. L'ospedale da campo, a pochi chilometri a ovest da Al Aqsa, si trova già ad affrontare enormi pressioni poiché gli altri ospedali rimasti sono minacciati e l'accesso alle forniture è estremamente limitato.

Gli ospedali da campo sono l'ultima risorsa in risposta allo smantellamento del sistema sanitario da parte di Israele.

Per mesi, i team di MSF hanno lavorato per creare questo ospedale da campo, la cui apertura è stata rimandata più volte a causa delle continue difficoltà nel far entrare forniture essenziali a Gaza. Tuttavia, con l’aumento delle minacce all'ospedale di Al Aqsa, i team di MSF non hanno avuto altra scelta se non quella di aprire prematuramente l'ospedale da campo.
 
Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), 20 dei 36 ospedali di Gaza non sono più funzionanti e le strutture temporanee come gli ospedali da campo non hanno la capacità di fornire cure chirurgiche avanzate e molti altri servizi essenziali per il trattamento di pazienti in condizioni critiche o bisognosi di cure continue. Negli ultimi 11 mesi i team di MSF sono stati costretti a evacuare 14 strutture mediche nella Striscia di Gaza.

CESSATE IL FUOCO!

Così si legge in una nota diffusa da Medici Senza Frontiere 

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