Approvato dal Consiglio comunale di Orvieto un ordine del giorno del consigliere Tiziano Rosati di Sinistra Ecologia per sollecitare il Parlamento ad introdurre in Italia il reato di tortura.
Ecco il testo:

 

PREMESSO
 
che il 10 dicembre 1984 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato e aperto alla firma e alla ratifica degli Stati la Convenzione contro la tortura e gli altri trattamenti o punizioni crudeli,  inumani o degradanti,   che il 12 gennaio 1989, ormai oltre venticinque anni fa, l'Italia ha depositato il proprio strumento di  ratifica di tale Convenzione, previa approvazione da parte del Parlamento della Legge n.498 del 3  novembre 1988, di "ratifica ed esecuzione", e così facendo si è impegnata a rispettare gli obblighi  internazionali in essa previsti,

 
che l'art.4 della Convenzione contro la tortura e gli altri trattamenti o punizioni crudeli, inumani o degradanti prevede, al primo comma, che "Ogni Stato parte assicura che tutti gli atti di tortura  costituiscano reati ai sensi della sua legge penale" e, al secondo comma, che "Ogni Stato parte  punisce questi reati con pene appropriate che tengano conto della loro gravità",

che diversi organi di controllo del rispetto dei diritti umani del sistema delle Nazioni Unite (dal  Comitato dei diritti umani al Comitato contro la tortura fino al Comitato dei diritti del fanciullo)  hanno ripetutamente invitato il nostro paese a introdurre nel codice penale uno specifico reato di  tortura in vista del pieno adempimento di tali obblighi, ultimo il Consiglio Diritti umani in  occasione della seconda Revisione Periodica Universale (UPR) dell’Italia, reiterando le  raccomandazioni del primo ciclo,

 
che analogo invito è pervenuto da organi del Consiglio di Europa quali il Comitato Europeo per la  prevenzione della tortura,

che i Governi italiani succedutisi negli ultimi due decenni, allo scopo di rassicurare la comunità  internazionale, hanno riferito dei progressi compiuti in Parlamento in vista della tempestiva  introduzione di un reato specifico di tortura nel nostro ordinamento giuridico ma che tali  rassicurazioni, tuttavia, visto il trascorrere del tempo, non sono ormai idonee a produrre gli effetti  desiderati,

 
che numerose organizzazione della società civile, tra cui Amnesty International, chiedono da tempo  e con insistenza all'Italia di onorare l'impegno internazionalmente assunto di introdurre un reato  specifico di tortura nel proprio ordinamento;

che l'Italia è parte della Convenzione europea dei diritti umani e delle libertà fondamentali del 1950  la quale riconosce, all'art.3, il diritto inderogabile a non subire torture o altri trattamento o punizioni  inumani o degradanti, e che tale norma, secondo la giurisprudenza consolidata dalla Corte di  Strasburgo, implica l'obbligo, ogni volta che si sia in presenza di segnalazioni di tortura, di svolgere  indagini idonee a consentire l'individuazione dei responsabili, la riparazione dei danni e la  punizione adeguata dei colpevoli,

  
che, con sentenza nel caso Cestaro contro Italia del 7 aprile 2015, la Corte europea dei diritti umani  ha accertato una violazione dell'art. 3 Cedu da parte del nostro paese a causa delle torture inflitte nel  2001 nell'ambito dell'irruzione avvenuta nella scuola Diaz in occasione del G8 di Genova e, altresì,  a causa della violazione "strutturale" consistente nell'inadeguatezza del nostro sistema penale a  consentire l'adeguata punizione dei colpevoli di quelle torture, che diverse sentenze interne (di primo grado, d'appello e della Corte di Cassazione), relative anche a  episodi diversi da quelli avvenuti nel contesto delle cd "fatti di Genova" del 2001, attribuisconoespressamente all'assenza di un reato specifico di tortura l'impossibilità di sanzionare  adeguatamente episodi descritti dagli stessi giudici come "tortura" (ma non qualificati come tali per  mancanza di una fattispecie di riferimento),

 
che l'assenza di una fattispecie specifica di tortura ha determinato altresì il rigetto di richieste di  estradizione da parte di altri Stati e di conseguenza l'impossibilità per l'Italia di collaborare  all'accertamento e alla punizione di "delitti di lesa umanità" commessi nel contesto di regimi  dittatoriali del recente passato,

 
che il Parlamento italiano discute svariate proposte di introdurre un reato specifico di tortura da  almeno cinque legislature, senza mai riuscire a completare il relativo iter e ad approvare  definitivamente un testo di legge,

  
che nel corso di questa legislatura il tema è stato discusso dal Senato, quindi dalla Camera, ed è ora di nuovo in discussione in Senato e che vi è nondimeno una giustificata preoccupazione che  neppure questa volta si riesca a giungere ad approvare l'introduzione di un reato specifico di tortura entro la fine della legislatura,

 
CONSIDERATO

Che il Comune di Orvieto condanna ogni forma di tortura in quanto grave violazione dei  diritti umani internazionalmente riconosciuti,

INVITA

il Sindaco e la Giunta a fare pervenire al Parlamento l'auspicio di questo Consiglio a considerare la  questione dell'introduzione di un reato specifico di tortura nell'ordinamento italiano come una  questione della massima urgenza, a completare entro tempi ragionevoli la relativa discussione su un  tema ormai maturo per una decisione ed a porre fine, approvando una legge, a una situazione che,  oltre a mettere il nostro paese in profondo imbarazzo sul piano internazionale, comporta la  conseguenza inaccettabile della mancata punizione, con pene adeguate alla gravità dei fatti, di  coloro che si rendono responsabili di gravi violazioni dei diritti umani.

Tiziano Rosati,
consigliere comunale

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