ORVIETO – Sarà la conferenza sul tema “Spie e delatori. Le armi del nazismo contro la Resistenza Europea” ad aprire, giovedì 24 gennaio 2019, alle ore 10:30 nella Sala Consiliare del Comune di Orvieto il ciclo di conferenze in doppia lingua italiana ed inglese, previsto dal progetto “Unitre International”, promosso dall’Unitre e patrocinato dal Comune al fine di condividere con i numerosi cittadini anglofoni presenti nella città varie occasioni di approfondimento culturale e condivisione sociale.

Spie e delatori. Con il nome di “Vertrauensmänner” o “confidenti”, venivano assoldati dalla Gestapo e dagli altri servizi segreti nazisti per infiltrarsi nelle reti della Resistenza europea. Si fingevano antifascisti per fare arrestare e deportare nei campi di concentramento i partigiani, le partigiane e tutti quelli che la Resistenza cercava di proteggere, inclusi i piloti alleati caduti oltre le linee e gli ebrei. Come si sa di queste spie? Spesso sono le vittime stesse a narrarci le loro storie.

La francese Simone Gournay (1921-2014), sopravvissuta alla deportazione a Ravensbrück, ha raccontato come la sua intera rete di resistenza, “Gloria SMH”, sia stata smantellata a causa della delazione di una spia, apparentemente un prete! Robert Alesch, infatti, curato nella cittadina di La Varenne-Saint-Hilaire, si fingeva nei suoi sermoni un fervente oppositore dei nazisti ma era in realtà un agente al loro servizio. Viveva una doppia vita: prete durante il giorno, aveva due amanti a Parigi (che compaiono al suo processo!) ed era pagato 12.000 franchi al mese per denunciare tutti i membri della Resistenza la cui fiducia riusciva ad ottenere.

Dopo i saluti del Presidente dell’Unitre Orvieto, Riccardo Cambri del Vicesindaco Assessore all’Istruzione e alle Politiche Sociali, Cristina Croce, Benedetta Carnaghi, dottoranda in storia alla Cornell University, traccerà un breve quadro storico del ruolo di queste spie nell’universo di terrore nazista; Ambra Laurenzi, Presidente del Comitato Internazionale di Ravensbrück e Consigliera dell’Associazione Nazionale ex-Deportati, preparerà l’uditorio alla celebrazione della Giornata della Memoria offrendo l’esempio delle deportazioni a Ravensbrück.

Un campo di concentramento meno conosciuto di altri perché concepito per la deportazione femminile, di cui non si parla mai abbastanza. Le donne sono quasi assenti dalla storiografia dell’Olocausto: si parla sempre di “deportati” e “sopravvissuti” al maschile. È necessario correggere questa tendenza, sottolineando i traumi subiti dalle donne deportate, di natura diversa rispetto a quelli degli uomini.

 

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