Opere pubbliche/ Ance Umbria: in sei anni calo dei bandi del 54,7%
PERUGIA - "La flessione del numero dei bandi di gara per i lavori pubblici in Italia e in Umbria e' un indicatore molto rappresentativo del declino del settore: tra il 2003 e il 2009 in Umbria il calo del numero dei bandi e' stato del 54,7% (55,5% in Italia) mentre la diminuzione del valore della spesa prevista dai bandi regionali e' stata del 40,5% (23,9% a livello nazionale)".
E' quanto ha sottolineato il presidente di Ance Umbria, Massimo Calzoni, nel suo intervento di apertura del seminario organizzato in collaborazione con Delosovim Spa e dedicato al nuovo regolamento in materia di appalti pubblici che da' attuazione al Codice dei contratti in vigore nel prossimo mese di giugno.
Durante l'incontro, svoltosi stamani nella sede di Confindustria Perugia, sono state analizzate le novita' e le piu' significative problematiche in materia di qualificazione Soa e aggiudicazione ed esecuzione del contratto di appalto di opere pubbliche, alla luce del nuovo Regolamento.
Un momento di approfondimento e confronto tra i tanti professionisti, operatori del settore e funzionari pubblici, che a diversi livelli operano nel mercato dei lavori pubblici, e alcuni dei piu' autorevoli esperti in materia di appalti, tra cui Giuseppe Brienza, presidente dell'Autorita' per la vigilanza sui contratti pubblici e Antonio Bargone, presidente di Unionsoa, che ha parlato del futuro e delle prospettive della qualificazione.
"Ritengo che noi tutti - ha concluso il presidente Calzoni - dobbiamo concentrarci e mettere al centro dell'attenzione la realizzazione delle opere pubbliche e l'ente committente deve essere in grado di selezionare imprese capaci e regolari, senza necessita' di ricorrere a meccanismi complessi. In prospettiva, le imprese piu' virtuose nell'accrescimento della cultura della sicurezza e della regolarita' dovrebbero trovare un sempre piu' ampio riconoscimento anche nella programmazione della politica dei controlli degli enti preposti. In caso contrario, continueremo a subire la concorrenza anomala di imprenditori che offrono ribassi sconsiderati senza conoscere i reali costi di produzione, finalizzati alla acquisizione ad ogni costo della commessa, con percentuali di ribasso che hanno, anche recentemente, superato la soglia insostenibile del 50%. E tutti sappiamo che dietro i ribassi anomali si nascondono la scarsa qualita', il lavoro nero, il mancato rispetto delle obbligazioni contrattuali, della regola dell'arte e dei tempi di realizzazione".
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