PERUGIA - “Le dimensioni dell'operazione Apogeo e dei sequestri di Ponte San Giovanni a Perugia, a danno di una società di comodo collegata al clan camorristico dei Casalesi, hanno determinato anche in noi sconcerto e sorpresa: esse rivelano una penetrazione della criminalità organizzata nel tessuto economico regionale più ampia e ramificata di quanto pensassimo ed evidenziano come non sia più lecito ricondurre la vicenda al semplice riciclaggio e si debba invece pensare a progetti di stabile insediamento”. Lo scrive in una nota Libera Umbria, l'associazione di nomi e numeri contro le Mafie che esprime in primo luogo “gratitudine verso la magistratura e le forze dell’ordine che, con un alto grado di coordinamento a livello nazionale e con un impegno diuturno, hanno spezzato con l’inchiesta e il sequestro i tentacoli della piovra”.

L'associazione però non si limita a questo: “Sentiamo che oggi anche a noi s’impone un salto di qualità nella riflessione – si legge nella nota dell'associazione - per capire meglio quali leggi e provvedimenti chiedere allo Stato centrale, quali misure ed interventi sollecitare da parte di Regioni, Province, Comuni, quale impegno stimolare nelle organizzazioni sindacali e imprenditoriali, nell’associazionismo e nel volontariato, nei singoli cittadini per combattere le mafie”.

Libera Umbria pone dunque alcuni temi prioritari: il primo e più generale riguarda la penetrazione economica delle mafie nelle città dell’Umbria che ha certamente collegamenti con presenza nel perugino di uno snodo importante del narcotraffico. “Noi vorremmo poter confrontare con istituzioni ed esperti la nostra ipotesi di lavoro – scrive ancora l'associazione - che la politica di contrasto concentrata sul tema della sicurezza e dello spaccio sia insufficiente, come del resto mostrano i risultati, e che per contrastare davvero la droga (e anche lo spaccio) sia indispensabile un più forte impegno sul grande traffico e sul ruolo delle grandi organizzazioni criminali”.

La seconda considerazione riguarda la debolezza del tessuto economico e imprenditoriale umbro, “che rende la Regione – osserva Libera Umbria - più facile terra di conquista da parte delle mafie, che non sembrano soffrire crisi di liquidità. Riteniamo che sia molto da ripensare lo sviluppo economico e urbanistico della Regione, ma che intanto, da parte delle pubbliche istituzioni, delle banche e degli istituti finanziari, servano iniziative di sostegno all’impresa in difficoltà finanziarie anche per evitare che si associno con il 'diavolo' o che gli vendano imprese, aziende o immobili”.

Poi c'è una riflessione più specifica sulla vicenda di Ponte San Giovanni. “Non abbiamo ricette salvifiche – scrive ancora l'associazione – pensiamo però che anche in questo caso la via maestra sia il coinvolgimento più ampio possibile delle istituzioni e dei cittadini singoli o associati”. Per questo Libera Umbria annuncia l'intenzione di costruire una grande assemblea a Ponte San Giovanni entro il mese di ottobre, per offrire in primo luogo ai cittadini del quartiere il massimo di informazione su quanto è accaduto, attraverso la presenza di magistrati e di 'Libera Informazione' e la testimonianza degli Enti Locali antimafia associati in 'Avviso Pubblico' su quello che si può fare per fermare e impedire infiltrazioni. “Vorremmo costruire l’assemblea in modo che sia possibile ai cittadini di esprimere i propri dubbi, le proprie preoccupazione e formulare le loro proposte – spiega ancora l'associazione – e inviteremo perciò le associazioni, le istituzioni, a partire dalla Regione con sua Commissione antimafia, dal Comune e dalla Provincia, perché rispondano alle sollecitazioni, esplicitando le proprie volontà d’intervento. Inviteremo i sindacati, le organizzazioni imprenditoriali e le banche. Ognuno deve dire la sua”.

Tra l'altro, Libera pone da subito un tema urgente di riflessione: il “che fare” delle costruzioni sottoposte al sequestro, “un vero e proprio quartiere – conclude l'assoicazione - che senza interventi sarebbe destinato al degrado e contribuirebbe al degrado di tutta l’area di Ponte san  

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