di Nicola Bossi

PERUGIA - ORE 16.32 - Chiuso il dibattimento e rinviata al 24 settembre la prossima udienza (arringa del Pm), fuori dall'aula è già tempo di bilanci tra le parti del processo Meredith. Il Pm Manuela Comodi ammette la sua perplessità a riguardo del no della Corte d'Appello alla richiesta di una nuova perizia per conoscere una nuova traccia che era sfuggita alle analisi sul Dna: "Il fatto che non abbiano avuto curiosità di sapere cosa c'è nella traccia I mi lascia perplessa".Non è una sconfitta la mancata nuova perizia per l'avvocato della famiglia Kercher che spiega così la decisione della Corte: evidentemente è soddisfatta del lavoro fatto quindi con serenità va ad ascolatare le arringe conclusive". Chi invece è preoccupata per l'esito generale dell'udienza è Amanda Knox, poi il suo legale precisa che "rinnovazione della perizia non ammessa uguale esito del processo favorevole è un''equazione giuridicamente non consentita". Più fiduciosi invece i legali di Sollecito, Giulia Bongiorno, e la sua famiglia. "Va ricordato che l'estraneità di Sollecito emerge da ogni pagina del processo quindi la perizia è una delle numerose prove che lo scagionano ma certo non l'unicà": ha affermato il deputato-avvocato. "Siamo più fiduciosi di riportare a casa Raffaele": confida ai cronisti il padre del ragazzo pugliese. Il 24 settembre iniziano le arringhe che porteranno a fine mese alla sentenza.

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PERUGIA - E' stata respinta dalla Corte d'Appello la richiesta del Pm Manuela Comodi di "appaltare" una terza perizia - nuovamente super-partes - per confermare oppure no i profili genetici di Amanda Knox e Raffaele Sollecito sulla presunta arma del delitto e sul gancetto di reggiseno della vittima (Meredith Kercher)."La rinnovazione della perizia appare superflua a prescindere dalla sussistenza o meno delle lacune evidenziate dalla procura generale e condivise dalle parti civili": ha letto in aula il presidente della Corte che poi ha considerata chiusa l'istruttoria dibattimentale e ha rinviato il processo al prossimo 23 settembre, quando e' previsto l'inizio della requisitoria da parte della procura generale. Altre udienze sono state gia' fissate per il 24, il 26 e il 27 settembre prossimi per le arringhe delle parti civile e delle difese. Una richiesta dell'accusa per ribaltare il giudizio su Dna e reperti dato dai periti della Corte d'Appello che avevano bocciato le analisi della biologa Patrizia Stefanoni che avevano contrinuito alla condanna dei due ex findanzati per l'omicidio in primo grado della ragazza inglese. Bocciata anche la richiesta della Procura generale di risentire in aula il testimone Luciano Aviello.

L'ex collaboratore di giustizia sarebbe stato chiamato in aula per affermare di aver preso soldi dalla famiglia Sollecito per cercare di scarcerarlo. La Corte d'Appello ha dichiarato chiuso il dibattimento. Le prossime udienza dunque vedranno le arringhe finali e poi la sentenza. I due no alle richieste dell'accusa sono andate in direzione dei desiderata e analisi delle difese di Amanda e Raffaele. L'avvocato Luca Maori, difensore del ragazzo pugliese, non ha lesinato critiche sull'atteggiamento della Procura. "Si chiede di ascoltare in aula Aviello, quando è stato considerato dai Pm inattendibile. Ora però che cambia posizione diventa un teste importante. Stessa cosa per la perizia dato che prima l'accusa si è sempre opposta a quella che era una nostra richiesta che la Corte d'Appello ha accettato. Quando le cose non vanno bene si cerca di portare acqua al proprio mulino. Stessa cosa per la perizia dato che prima l'accusa si è sempre opposta a quella che era una nostra richiesta che la Corte d'Appello ha accettato". Il calendario delle udienze prevede il 24, il 26 e il 27 settembre prossimi per le arringhe delle parti civile e delle difese. Quindi la sentenza finale di secondo grado.

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