Nell’anno del centoquarantesimo anniversario dalla nascita di Gerardo Dottori, esponente di primo piano del movimento futurista, i Musei Nazionali di Perugia – Direzione regionale Musei nazionali Umbria propongono un omaggio per illustrare il suo percorso artistico, attraverso opere scelte e poco note al grande pubblico, a cura degli Archivi Dottori nelle persone di Massimo Duranti, Andrea Baffoni, Francesca Duranti e con la collaborazione di Beatrice Falcione.
Dal 12 ottobre, in occasione della XX Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI – Associazione Musei d’Arte Contemporanea Italiana, nella sala trentanove del percorso espositivo, la Galleria Nazionale dell’Umbria avvia il primo di una serie di approfondimenti dedicati ai movimenti e agli artisti che hanno segnato il “secolo breve”. Primo protagonista di questa nuova iniziativa è Gerardo Dottori, una tra le personalità del Movimento futurista che, nella prima metà del secolo (e oltre), ha dominato la scena artistica dell’Umbria.
Attraverso opere raramente esposte, per lo più provenienti da collezioni private italiane, la mostra perugina ripercorre tutti i linguaggi affrontati dall’artista nel corso del suo itinerario espressivo: dal divisionismo-pointillisme della prima decade del ‘900, al dinamismo del mezzo meccanico dei primi anni Dieci, dalle sensazioni visive-uditive della metà della prima decade del secolo, fino agli sviluppi aeropittorici dell’inizio dei Venti, per arrivare ai primi Quaranta, pochi anni prima della fine storica del movimento marinettiano con la morte nel 1944 del suo fondatore.
Tra i dipinti esposti si evidenzia Visione, del 1906, opera rinvenuta a Milano nei primi anni Sessanta, l’unica firmata con il monogramma delle iniziali dell’artista. Realizzata durante il soggiorno di Dottori nel capoluogo lombardo, rivela l’influenza della pittura divisionista di artisti come Giovanni Segantini e Gaetano Previati, particolarmente evidente nella tecnica a pennellate filamentose.
Ne Gli amanti, realizzata nel 1907, le due figure abbracciate sono avvolte in un pulviscolo luminoso e infuocato. Si tratta di un altro significativo esempio della stagione pre-futurista, nel quale si colgono echi della tecnica divisionista tosco-lombarda con la quale Dottori si esprime, talvolta, in quella stagione d’esordio, ma vi si ritrovano anche alcuni accenti post impressionisti e nabis.

Il sintetico richiamo ai temi lacustri, tanto cari al Dottori aeropittore, è espresso dall’opera Laghi italiani, datata 1939, sintesi ideale degli specchi d’acqua italiani circondata, in alto, da agglomerati montuosi e, in basso, da elementi collinari cromaticamente rigogliosi.
L’esposizione intende così proporre al pubblico un’approfondita anche se sintetica conoscenza dell’artista, valorizzata anche dal suggerimento di un itinerario “dottoriano” nel territorio umbro, che si snoda attraverso i luoghi che conservano le opere dell’artista, dal Museo civico di Palazzo della Penna a Perugia fino a Tuoro sul Trasimeno.

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