di Elio Clero Bertoldi

PERUGIA -Albert  Camus è morto il 4 gennaio del 1960. È uno scrittore e filosofo, esponente dell'esistenzialismo francese e autore di romanzi (come “Lo straniero” e “La peste”), che non dovrebbero mancare nelle librerie e nelle letture di ciascuno di noi. 

Nato in Algeria da una famiglia povera, si era fatto da sé. 
Giocava a pallone (in porta), brillava fin da piccolo negli studi, si era laureato in Filosofia (discutendo una tesi su Plotino e Sant'Agostino), era stato giornalista (anche di cronaca giudiziaria): tutti aspetti che me lo rendono, anche umanamente, molto simpatico. Morì, in un incidente stradale, troppo presto. 
Albert Camus (1913-1960) figura, in assoluto,  tra i miei scrittori preferiti. Lo antepongo, quale esponente della letteratura dell'assurdo, a Jean Paul Sartre. 
Bravissimo nei saggi (“L’uomo in rivolta”, “Nozze”, “Il mito di Sisifo”) ed anche nelle opere teatrali (“Caligola o Il malinteso”, “I Giusti”, “Lo stato d’assedio”, a mio avviso, sono veri capolavori). 
Non siete d'accordo? Pazienza: me ne farò una ragione...
Comunque, questa fu la motivazione con la quale gli venne attribuito il Nobel per la Letteratura: 
“Per la sua importante produzione letteraria, che con serietà chiarificante illumina i problemi della coscienza umana nel nostro tempo.”

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