PERUGIA - Nei novanta giorni che precedono la fine dell'anno, le imprese della provincia di Perugia prevedono di attivare 9.890 nuovi contratti di lavoro, il 5,3% in più sullo stesso trimestre del 2017. In valore assoluto 500 posti di lavoro in più. Emerge dall'analisi sui bisogni occupazionali delle imprese della provincia di Perugia, elaborati dal sistema Excelsior, per il trimestre settembre - novembre 2018 e presentata dalla Camera di commercio del capoluogo umbro.

Le entrate al lavoro previste nel solo mese di settembre sono 3.800, con una crescita dell'8,8% sullo stesso mese del 2017.
Le assunzioni a tempo determinato - ha reso noto la Camera di commercio - prevalgono largamente su quelle a tempo indeterminato e di apprendistato: 73% contro 27%.
I settori più dinamici per quanto riferito ai fabbisogni occupazionali sono quelli dei servizi, dove si concentra il 63% di tutte le entrate previste.
In provincia di Perugia il lavoro nasce nelle pmi con meno di 50 dipendenti: a settembre di quest'anno 78 posti su 100 vengono proprio dalle imprese di queste dimensioni.
Per Giorgio Mencaroni, presidente della Camera di commercio di Perugia, "il dinamismo dell'economia provinciale che registriamo nel secondo semestre di quest'anno, si riflette positivamente sull'occupazione". "I fabbisogni delle imprese - ha aggiunto - sono in crescita sia in termini assoluti che percentuali. E va sottolineato che la dinamica risulta positiva sia rispetto a un anno fa (tendenziale), che a un mese fa (congiunturale). Purtroppo non migliora il mismatching tra domanda e offerta di lavoro. Le imprese perugine stanno creando occupazione, ma poi incontrano notevoli difficoltà a reperire i profili professionali di cui hanno necessità. Negli ultimi 12 mesi i casi di ricerca problematica di lavoratori idonei sono saliti di quattro punti, dal 27 al 31%".
La rilevazione Excelsior per i mesi da settembre a novembre 2018 evidenzia un calo di assunzioni per i giovani sotto i 30 anni: dei 3.800 contratti attivati in questo settembre, 1.140, il 30%, andranno ai giovani, - 8% su un anno fa, che tradotto in valore assoluto fa 186 posti in meno. Al contrario sale l'offerta di posti di lavoro per profili high skill (dirigenti, specialisti e tecnici) dal 14% di un anno fa al 22% di oggi, dimezzando il gap negativo separa dalla media nazionale (quattro punti al 30 settembre 2018).
Cresce "significativamente" la quota di assunzioni destinata ai laureati, che con un balzo al 14% del totale dei profili richiesti, vedono praticamente raddoppiato in un anno il numero di posti ad essi riservati, da 279 a 532. 

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