Nucleare/ Presentato in Consiglio Regionale il Comitato referendario dell'Idv
PERUGIA - Oggi è stato presentato in Consiglio regionale il Comitato referendario antinucleare dell'Italia dei Valori. Il partito di Di Pietro, convinto antinuclearista prima ancora della sciagura di Fukushima, ha materialmente raccolto le firme per il referendum fissato il 12 giugno prossimo.
Il comitato, costituito prevalentemente da personaggi appartenenti al mondo scientifico e in piena sintonia con gli altri movimenti referendari apartitici, si prefigge di promuovere manifestazioni e iniziative per diffondere un'informazione adeguata anche in materia di energie rinnovabili.
Un accento particolare è stato posto ai costi del nucleare. L'Italia è tra i pochi Paesi che in bolletta paga, già oggi, gli “oneri annessi”, ovvero la messa in sicurezza delle centrali dismesse. In Francia non è così, tanto che lo stesso Tremonti ha parlato di debito nucleare non denunciato, che per il governo transalpino mmonterebbe a 400 miliardi di euro, la somma necessaria per lo smantellamento delle centrali (che prima o poi vanno comunque distrutte o sostituite). Lo smantellamento di una centrale è pari a una volta e mezzo il costo della costruzione, il che vuol dire superare di gran lunga i 3 miliardi e mezzo dichiarati dal governo. Nella civile Finlandia, di certo più immune da tangenti e corruzione, la nuova centrale di Oikiluoto è arrivata a costare 7 miliardi e ancora non se ne vede la fine. A questi andrà aggiunto l'aggravio per lo smantellamento.
Preoccupante è anche l'ipotesi di una semplice fuga radioattiva per gli effetti che avrebbe sul comparto agroalimentare italiano, sul vino, sull'olio, e ovviamente sui flussi turistici. Negli ultimi giorni il calo di ingressi in Giappone è stato del 75 per cento e molto del restante 25 per cento va messo in conto all'arrivo in massa dei network d'informazione.
Il comitato si è infine soffermato sull'aspetto locale. E' già trapelata la notizia di un sito per lo smaltimento delle scorie identificato tra l'amerino e il narnese, aderente con il confine umbro (a ridosso della E45, per intenderci). Ma i timori di una centrale in Umbria non sono affatto scongiurati. La nuova legge che l'Italia dei Valori intende abrogare delega la scelta del sito ai costruttori delle centrali. Sono loro a decidere e a sottoporre la scelta al governo. Il fatto che l'Umbria non sia una regione politicamente protetta è un elemento tutt'altro che rassicurante. Un motivo in più, sottolineano i promotori del referendum, per alzare la voce e sbarrare la strada a questa pericolosa tecnologia.
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