Quello che sta accadendo in Giappone è una questione che riguarda il mondo intero, la vita dell'umanità.

La Merkel ha sospeso i lavori per estendere la vita dei 17 reattori esistenti. La decisione, si legge sulle agenzie, è stata presa nel pieno dell'emergenza per i reattori giapponesi colpiti dal terremoto, e serve per consentire una nuova valutazione dei rischi.

Stessa cosa in Svizzera, che ha deciso di sospendere le procedure in corso relative alle domande di autorizzazione per nuove centrali nucleari. «La sicurezza ha la massima priorità» ha affermato Doris Leuthard, ministro per l'Energia, spiegando di aver chiesto, dopo il sisma in Giappone, un riesame della sicurezza degli impianti esistenti.

Il ministro dell'interno belga Annemie Turtleboom ha afferamto che quanto sta accadendo in Giappone influenzerà decisioni del Belgio: «Quello che succede in Giappone avrà un'influenza sulla nostra riflessione a proposito del prolungamento» di vita delle centrali belghe, sottolineando che «dobbiamo trarre una lezione dal Giappone e determinare l'atteggiamento nei confronti del nucleare».

La stessa Ue ha chiesto una riunione d'emergenza all'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) per "avviare una riflessione sulle possibili implicazioni degli eventi giapponesi sulla sicurezza degli impianti nucleari".

L'Australia coglie l'occasione per ribadire il suo secco 'no' al ricorso all'energia nucleare perché il Paese ha molte fonti alternative di energia, come solare, eolica e altro.

Negli Usa, che vantano il maggior numero di centrali al mondo, non si rinuncia al nucleare ma ora il presidente Obama ha assunto un atteggiamento più cauto. «Il presidente ritiene che per aggiungere le nostre necessità energetiche bisogna servirsi di varie fonti di energia fra cui le rinnovabili come l'eolico e il solare, il gas naturale, il carbone pulito e l'energia nucleare- ha detto il portavoce della Casa Bianca Clarck Stevens- dal Giappone stanno ancora giungendo notizie sui fatti in corso, ma l'amministrazione è impegnata a trarne lezioni e ad assicurare che l'energia nucleare sia prodotta negli Stati Uniti in maniera sicura e responsabile».

Invece in Italia il governo va controtendenza e sminuisce il problema. Secondo il ministro degli esteri Frattini l'allarme sulle centrali nucleari giapponesi danneggiate dal terremoto ha «riaperto il dibattito in Italia nel modo, come sempre sbagliato, che nasce dal momento emozionale dell'incidente, senza riflettere su cose assolutamente evidenti. Noi stiamo parlando di un Paese con un rischio sismico elevatissimo, di centrali nucleari che hanno un'età di alcuni decenni e quindi non sono dell'ultima generazione, e che malgrado un disastro di magnitudo 9 della scala Richter, non sono esplose». Secondo Frattini dunque «l'Italia non è un Paese paragonabile al Giappone per intensità sismica. Ed è chiaro che nessuno ha mai immaginato di fare una centrale nucleare in Italia in zona sismica». Infine, la ciliegina sulla torta: «Non credo che questo giustifichi -ha concluso il ministro riferendosi alla situazione giapponese- una rimessa in discussione del piano italiano verso l'energia nucleare».

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