Non toglieteci l’autobus: sindacati in piazza contro i tagli
"Avremmo volentieri fatto a meno di essere qui, ma, purtroppo, ci troviamo a dover contrastare la scelta spregiudicata dell’amministrazione regionale in termini di divisione e privatizzazione del Tpl in Umbria, scelta che porterà, tra l’altro, ad un drammatico abbassamento dei livelli economici dei lavoratori”. È quanto hanno ribadito oggi, nel corso del presidio organizzato in piazza Italia a Perugia, sotto la sede della Regione Umbria, Ciro Zeno, segretario della Filt Cgil Umbria, e Christian Di Girolamo, di Faisa Cisal. I due sindacalisti, accompagnati da diversi lavoratori di Busitalia, oltre che da molti cittadini, hanno sottolineato come "la tanto decantata riduzione degli sprechi ricadrà, come sempre, sul personale, già pesantemente penalizzato negli ultimi anni”.
"Più volte abbiamo sentito parlare dall’amministrazione di economie di scala e razionalizzazione - hanno detto Zeno e Di Girolamo - ma in realtà la razionalizzazione in Umbria è cominciata già da molto tempo, con il personale che svolge anche più mansioni, con alcuni lavoratori che in estate operano in un settore ed in inverno in un altro. Ma evidentemente per chi amministra - hanno aggiunto i sindacalisti - l’unico vero obiettivo è abbassare i livelli economici dei lavoratori, riportandoli indietro di 30 anni, con ricadute negative anche per le famiglie, le stesse per le quali gli ultimi governi (grazie alla pressione delle organizzazioni sindacali), hanno prodotto ausili e bonus per superare il difficile momento che stiamo vivendo”.
Rispetto alla gara divisa in 4 lotti, i sindacati hanno sottolineato l’oggettivo rischio che "se anche un’unica azienda li vincesse tutti, ogni unità avrebbe comunque una propria identità economica, e, di fatto, oltre a generare molte difficoltà a livello organizzativo, produrrebbe differenze fra un territorio ed un altro, poiché ad ogni lotto verrà destinata una quota economica differente in base alla densità di popolazione”. Traducendo in numeri, questo vuol dire per i sindacati che le zone più “ricche" forse potranno avere un servizio adeguato, mentre le altre, quelle più periferiche, saranno lasciate "all’abbandono totale”.
“Da questa piazza lanciamo un ennesimo appello alla giunta regionale - hanno concluso i sindacati - affinché ritorni sui suoi passi. Cosa che la legge (il famoso DL 50 art. 48 comma 4), consente, come dimostra quanto fatto in altre regioni, prevedendo che le gare possano essere svolte a lotto unico "purché vi siano comprovate ragioni”. "E nella piccola Umbria queste ragioni sono sotto gli occhi di tutti”.
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