Non può essere derubricato all’errore umano o dare la colpa a un chiodo
L’odissea che hanno subito ieri i pendolari italiani è solo l’ultimo, gravissimo, episodio al quale ormai assistiamo da tempo. E non può essere derubricato all’errore umano o dare la colpa a un chiodo.
Lo ribadiamo da anni con il nostro Rapporto Pendolaria: il processo di riconversione dei trasporti in Italia, in chiave di decarbonizzazione e del recupero di ritardi e disuguaglianze territoriali è fondamentale, soprattutto se vogliamo rispettare gli obiettivi del Green Deal europeo, del taglio delle emissioni del 55% entro il 2030 e del loro azzeramento entro il 2050, visto che il settore è responsabile di oltre un quarto delle emissioni climalteranti italiane che, in valore assoluto, sono addirittura cresciute rispetto al 1990.
Ma non si tratta solamente di rispettare un accordo preso con gli altri partners europei: il tema dei pendolari e del trasporto su ferro deve diventare davvero una priorità del governo Meloni, oltre che uno dei pilastri su cui fondare un nuovo modello di società, da cui passano la libertà di movimento, i temi dell’occupazione e quelli dello sviluppo urbano.
Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti deve assumere concretamente un ruolo di coordinamento e controllo, intervenendo sulla qualità del servizio ferroviario per fare in modo che sia garantito lo stesso diritto alla mobilità in ogni parte d’Italia, con l’obiettivo di aiutare i pendolari, l’economia e il turismo.
Bisogna invertire la rotta e puntare su importanti investimenti nel trasporto pubblico, fatti sì di infrastrutture, ma soprattutto di servizi, treni moderni, interconnessioni tra i vari mezzi di trasporto e con la mobilità dolce, garanzie di accessibilità e inclusività. Solo in questo modo potremo garantire agli italiani l'accesso a servizi efficienti ed economici, contribuendo così a ridurre drasticamente anche le spese familiari dedicate all'auto e alla mobilità.
Per l’Italia dei trasporti è arrivato il momento di andare davvero ad “alta velocità”, evitando di rincorrere inutilmente i titoli dei giornali, ma lavorando per aprire i cantieri della transizione ecologica che servono al nostro Paese.
Così si legge in una nota diffusa da Legambiente
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