Gli incontri del Cortile di San Francesco che si stanno svolgendo in questi giorni in Assisi, mettono la Chiesa di fronte alla nuova economia, quella dell'esclusivo profitto.
"La chiesa per una nuova economia": Mons. Nunzio Galantino e Fabio Tamburini, Direttore del Sole 24 Ore hanno discusso della vuova econima del profitto, di lavoro e futuro delle giovani generazioni. 
 Mons. Nunzio Galantino, Presidente dell'Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica ci ricorda che l'alternativa a un’economia del profitto c'è, ma fa fatica a farsi strada. Non esiste un'economia che non debba fare profitto, ma esiste un'economia che debba trovare maggiore attenzione tra ragazzi e adulti. 

Battevamo la notizia e ci chiedevamo perchè queste parole risuonavano particolari: "non esiste un'economia che non debba fare profitto". Ci siamo fermati per cercare di capire quale economia esista senza fare profitto. A parte Alitalia che da venti anni non fa profitto, ma macina milioni di euro in passivo, ci chiedevamo quali economie non generano un profitto. Le squadre di calcio italiane è stata la risposta più logica, solo loro possono accumulare milioni di debiti. Nel mondo dello sport ce ne sono tante di società che arrivano pulite pulite, pitte pitte si dice a Perugia, alla fine dell'anno con un profitto che si avvicina allo zero, spesso sotto lo zero e rischiano. Puoi mantenere il passo una anno, due, cinque se riesci a trovare in tempo sponsor che coprano i debiti dell'anno corrente e ti allunghino la vita. Nel ciclismo è così, nel tennis è così, nell'atletica è così, in tanti sport finisce per essere così. Per il calcio, e mi riferisco quello delle grandi società profesionistiche, è tuttaun'altra musica. Le grandi sorelle del calcio accumulano ogni anno centinaia di milioni di buffi ed eppure continuano a giocare e a perdere, pure in borsa.
Vi presentiamo le 10 società di calcio di serie A maggiormente indebitate che continuano a fare attività, perdono milioni ma continuano a giocare in serie A.
Una parentesi, società piene i debiti ce ne sono anche in seri B, come il Monza Calcio di Berlusconi,  il Brescia di Cellino, e la Reggina Calcio, tutti e tre i club con indebitamento finanziario netto vicino ai 10 milioni di euro. Robetta, visto che i presidenti passano da una società ad un altra e continuano a non vincere nel gioco e a perdere nei bilanci. Anche alcune squadre di serie C non se la passano affatto bene, tra queste il Catania Calcio  con un passivo di oltre 15 milioni di euro.
Ma veniamo alla serie A: La classifica del disastro vede il Bologna di Joey Saputo tra le società con perdite minori. Il noto imprenditore (maggior produttore caseario d’oltreoceano) ha rilevato il club nel 2014 insieme ad una cordata di imprenditori americani. Da allora nessun successo sportivo, né grandi novità “economiche”. Debiti: 23, 5 milioni.
L’Udinese è nelle mani della famiglia Pozzo sin dal 1986. Dalla stagione sportiva 1995-96 la squadra friulana non è mai più retrocessa in B. Sono anche arrivate tante soddisfazioni (3° posto in Serie A, qualificazione a Europa League e Champions League), ma ora è tempo di far quadrare meglio i conti. Debiti: 37,7 milioni di euro.
Ottavo posto per il Genoa dello storico patron Enrico Preziosi. L’imprenditore avellinese è proprietario di Giochi Preziosi, seconda maggiore azienda in Europa nel settore “giocattoli” alle spalle di Lego. Quarta al mondo dopo Mattel e Hasbro. Quindi ok per la solidità finanziaria, ma i debiti “calcistici” continuano a salire. Debiti: 41,7 milioni di euro.
Nella classifica delle squadre di calcio più indebitate c’è posto anche per il Sassuolo. La società calcistica fa capo a Mapei s.p.a, colosso italiano del settore “materiali chimici per edilizia”. Tra costruzione del nuovo stadio e mancate qualificazioni alle coppe europee, il debito del club emiliano continua a salire.Debiti: 46,8 milioni di euro.
Sesto posto per la Lazio di Claudio Lotito, che da anni sta stupendo tutti grazie al gioco spumeggiante di Mister Inzaghi e i gol di Ciro Immobile. L’attuale presidente acquistò il club nel 2004 con oltre 500 milioni di euro di debiti, risanati poi di anno in anno. Sono attualmente 49, 2 milioni i debiti.
La Samp del vulcanico produttore cinematografico Massimo Ferrero è stata una delle rivelazioni dell’ultimo campionato. Mister Ranieri ha sicuramente fatto un ottimo lavoro, i giocatori anche, il Presidente forse no. Sotto nei conti di 52,3 milioni di euro.
Da quando non c’è più Fininvest e Silvio Berlusconi a capo del Milan, il club non ha ottenuto più alcun trofeo. Anzi, la situazione è andata sempre a peggiorare sia in termini sportivi che finanziari.
Oggi il proprietario del Milan è il fondo Elliot, che non ha mai nascosto la sua volontà di vendere il club al miglior offerente. Anche se con questi debiti, crediamo sia veramente difficile. I debiti nel fatturato 2020 ammontano a 103,9 milioni di euro.
Sul podio delle squadre di calcio più indebitate d’Italia ci sono i nuovi Campioni d’Italia, ovvero l’Inter. Crediamo che la vittoria dello scudetto sia servita poco e niente dal punto di vista finanziario, Suning è in difficoltà e si vocifera che i debiti al 30 Giugno 2021 possano superare addirittura i 600 milioni di euro. La proprietà cinese ha anche emesso un bond per finanziare parte del debito. Ma ancora non basta. Meriti sportivi a parte, l’Inter oggi è un’azienda sull’orlo del fallimento. Debiti: 244,4 milioni di euro.
La Roma è piena di debiti e Dan Friedkin dovrà senza dubbio trovare nuovi investitori in grado di immettere capitali freschi nelle casse del club. Oltre che fare un grande mercato estivo e portare a casa numerose plusvalenze per limitare i danni. Si stima che al 31 Giugno 2021 l’indebitamento finanziario netto possa essere superiore ai 550 milioni di euro. Debiti: 299,7 milioni di euro.
Al primo posto delle squadre di calcio più indebitate d’Italia c’è… la Juventus! Il club torinese primeggia ormai da anni in questa triste classifica, anche se in realtà non ha mai dato tanta importanza a questa cosa. Solamente lo scorso anno è stato effettuato un aumento di capitale da ben 300 milioni di euro, in parte utilizzato per ripagare i debiti. Cosa che ha reso al tempo stesso la Juventus la squadra più ricca e solida d’Italia con un patrimonio netto da 239 milioni di euro. I debiti sono tanti lo stesso: 385 milioni di euro, spicciolo più spicciolo meno.
Come vede Monsignore si può fare impresa e mercato senza profitto, pensando alla felicità di grandi e piccini. L'esempio dell'economia senza profitto esiste, che poi lo stato lo permetta, quello è un altro discorso, argomento per un prossimo convegno.

 

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