Il Comitato Non Bruciamo il Futuro esprime la propria preoccupazione per la situazione che si è venuta a creare dopo la sentenza Tar Umbria 673/2024, a seguito della quale Waldum Tadinum Energia può riavviare la pratica per la costruzione di un nuovo inceneritore a Gualdo Tadino.
La sentenza segue una analoga decisione dei mesi scorsi, a seguito della quale anche ACEA può riprendere le pratiche per ottenere l’autorizzazione ad estendere l’utilizzo dell’inceneritore già esistente a Terni per tutti i tipi di rifiuti.
Il TAR ha sostanzialmente aperto la strada alla costruzione di nuovi inceneritori, indipendentemente dalle previsioni del Piano Regionale dei Rifiuti e della gara avviata dalla precedente Commissione AURI.
Infatti, secondo il TAR, alla progettazione, realizzazione e gestione degli impianti di trattamento mediante potenziale recupero energetico dei rifiuti, anche in caso di gestione integrata, come previsto nel Piano Regionale, possono comunque operare anche soggetti privati in regime di libera concorrenza oltre al gestore eventualmente scelto dalla pubblica amministrazione (leggasi bando AURI in corso di svolgimento).
Nessun veto alla importazione dei rifiuti da fuori regione e nessun limite alla quantità massima di rifiuti da incenerire in Umbria.
Per questo motivo diventa urgente e necessario invertire la rotta, ossia ridiscutere il Piano Regionale dei Rifiuti escludendo la chiusura del ciclo tramite incenerimento. Aumentare la raccolta differenziata, ridurre la parte residuale, incentivare una economia circolare fondata sul riciclo ed il riuso è l’unica possibilità che abbiamo per evitare che la nostra Regione, l’Umbria “verde”, il cuore d’Italia, diventi terreno di conquista da parte di aziende interessate a costruire inceneritori a servizio non del nostro territorio, che non ne avrebbe bisogno, ma di tutto il centro Italia; una speculazione fatta a scapito del nostro territorio e della nostra salute.
Nell’immediato il Comitato Non Bruciamo il Futuro chiede la tempestiva sospensione della gara in corso promossa da AURI, che stante la decisione del Tar non ha più ragione di essere, anzi, rischia di alimentare nuovi contenziosi. L’impegno del Comitato Non Bruciamo il Futuro continuerà nei prossimi mesi affinché venga cambiato il Piano Regionale dei Rifiuti, al fianco di tutte quelle forze e quelle organizzazioni che condividono questo obiettivo, contro chi vorrebbe trasformare l’Umbria nell’inceneritore del Centro Italia.

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