Assemblea pubblica con De Luca per non bruciare i rifiuti. 
Si è tenuta presso la frazione di Due Santi di Todi una partecipata riunione pubblica cui hanno preso parte circa 100 persone, sul tema: "Gestire i rifiuti senza bruciare presente e futuro". All'incontro, promosso dal Comitato "Non bruciamo il futuro" della Media Valle del Tevere, ha partecipato il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Thomas De Luca.
L'iniziativa è stata introdotta dal Presidente del Comitato, Alfio Fiacca, che ha ricordato l'attività portata avanti in questi ultimi mesi con il proposito di informare sui rischi legati all'incenerimento e di avanzare proposte concrete per risolvere il problema dei rifiuti in Umbria senza dover ricorrere all'incenerimento.
Ha poi preso la parola il consigliere De Luca che ha illustrato ai presenti che, allo stato attuale, vi sono valide alternative all'incenerimento più favorevoli sia per l''ambiente sia per l'economia della regione. Di fronte alla folta platea di cittadini desiderosi di capire perchè l'attuale maggioranza che governa la regione abbia deciso di costruire un nuovo inceneritore, guardando al profitto di pochi e cancellando ogni possibilità di gestione virtuosa delle risorse, è stato spiegato, che un'alternativa non solo è possibile ma è anche concretamente reale. Sono stati quindi illustrati esempi di pratiche virtuose già attuate in altre parti d'Italia e d'Europa.
Secondo De Luca la soluzione più corretta e adeguata è quella di considerare i rifiuti quale materia prima da recuperare. Chi pensa che bruciarli sia una soluzione fa un danno all'ambiente, all'economia e non risolve il problema. Esistono, infatti, tecnologie ed esempi virtuosi da cui attingere mentre incenerire è il maggior ostacolo ad una gestione intelligente delle risorse: "Decidere oggi di bruciare i rifiuti – ha affermato De Luca - per il profitto di grandi gruppi privati vuol dire abdicare al futuro, alla sostenibilità e alla gestione virtuosa delle risorse".
De Luca ha portato quale esempio il "modello Contarina", una società in house providing a completa partecipazione pubblica che, in provincia di Treviso, si occupa della gestione dei rifiuti in 49 comuni, attraverso un sistema integrato che considera il rifiuto dalla produzione, alla raccolta, al trattamento e recupero, producendo un impatto positivo sia sulla natura che sulla vita dei cittadini. Grazie a queste buone pratiche, all'interno del bacino servito, la raccolta differenziata, ha raggiunto il 90%.
Altro tema che si potrebbe introdurre sono le "compostiere di comunità", una tecnologia con grandi potenzialità, che unitamente ai composter domestici, potrebbero essere determinanti per il trattamento della frazione orgnica dei rifiuti. Si stima che in Umbria ne servirebbero circa 100 per ottenere ottimi risultati. Un altro sistema attuabile sono gli "ecocompattatori", utili per implementare la raccolta differenziata di bottiglie in pet, lattine in alluminio, flaconi di detersivo, ecc. Posizionati presso scuole, ospedali, esercizi commerciali costituirebbero una forma di riciclo che accorcerebbe i passaggi della filiera dagli utilizzatori direttamente all'azienda di riciclo oltre che incentivante sottoforma di benefit. Inoltre, sempre con questo sistema, si potrebbe sviluppare anche il "vuoto a rendere" di bottiglie in vetro.
Altro tema da sviluppare in futuro dovrà essere quello del riciclo del materiale tessile, processo mediante il quale i vecchi indumenti e altri tessuti vengono recuperati per il loro riutilizzo o per il recupero dei materiali. Questo processo sarebbe fondamentale per ridurre l'impatto ambientale dell'industria tessile e promuovere un'economia circolare.
De Luca si è soffermato poi sul recente Avviso per la sollecitazione di proposte da parte di privati per la realizzazione dell'inceneritore, emanato dall'AURI il 19 luglio scorso a pochi giorni dalla scadenza di mandato del Consiglio di Amministrazione uscente (!). Detto Avviso ha rinviato, fra l'altro, al 1° agosto 2029 l'avviamento dell'impianto stesso. De Luca ha rilevato che questa posticipazione dell'avvio, oltre che confliggere con il termine del 2027 previsto dal Piano Integrato Regionale dei Rifiuti, comporterebbe anche che, a quella data, le discariche in funzione abbiano già esaurito
la loro capacità.
Altro elemento di conflitto dell'Avviso dell'AURI con il Piano Integrato dei Rifiuti èmrappresentato dal fatto che il tele riscaldamento garantito (?) dall'entrata in attività del termovalorizzatore previsto dal Piano dei Rifiuti a chiusura del ciclo sia in realtà facoltativo. Ciò in barba al recupero energetico, sia elettrico che termico, da riutilizzare in favore di utenze pubbliche o private, che non fa altro che confermare che di inceneritore e non già di termovalorizzatore si tratti.
Nel corso della serata sono intervenuti anche alcuni cittadini e amministratori locali, tutti estremamente preoccupati dell'impatto ambientale che l'impianto potrebbe generare nella zona, con ricadute sia sulla qualità della vita che sull'economia locale.
Il consigliere del comune di Todi, Fabio Catterini, in particolare, ha ricordato che l'idea della costruzione dell'inceneritore corrisponde al "pensiero semplice" che non si pone l'obbiettivo di guardare a fondo nella complessità dei problemi e delle conseguenze che ne deriverebbero.

Comitato "Non bruciamo il futuro" della Media Valle del Tevere

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