PERUGIA - La Regione Umbria taglia di un milione di euro i finanziamenti destinati al Prina, il piano regionale per la non autosufficienza, ma i sindacati dei pensionati non ci stanno e rivendicano quanto previsto nell’accordo sottoscritto dopo una dura battaglia con la precedente giunta, ovvero 4,2 milioni di euro. Il dato è emerso nel corso della partecipazione prevista dal DPCM 23/03/2020 che stabilisce la data del 5 giugno quale termine ultimo entro il quale le Regioni devono inviare al ministero la programmazione delle risorse assegnate e di quelle proprie regionali.

Nel corso della consultazione, Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil, i sindacati delle pensionate e dei pensionati dell’Umbria, hanno sottolineato come nella nostra regione vivano oltre 38.000 persone ultra 85enni, più esposte a rischio disabilità, ma anche 43.879 titolari di indennità di accompagnamento (quindi non autosufficienti) ai quali si devono aggiungere i titolari di indennità Inail per infortunio sul lavoro, di pensione di inabilità e gli invalidi civili al 100% per i quali l’accesso alle tutele del Prina è ancora troppo ridotto, fatto che rende ancora più intollerabile una riduzione delle risorse.

“Nella nostra regione il lavoro di cura continua a gravare in modo prevalente sulle famiglie (soprattutto sulle donne) ed in molti casi sulle spalle di anziani ultrasettantenni che si prendono cura dei genitori ultranovantenni - osservano i tre segretari di Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil dell’Umbria, Maria Rita Paggio, Giorgio Menghini e Francesco Ciurnella – Per questo, chiediamo che la Regione Umbria integri in maniera significativa le risorse destinate alla non autosufficienza, con risorse derivanti dal bilancio regionale”, anche oltre i 4,2 milioni oggetto del precedente accordo.

Inoltre, per i sindacati dei pensionati risulta "sbagliata e inaccettabile", l’ipotesi di sottrarre risorse destinate ai servizi domiciliari, già insufficienti, per destinarle alla assistenza indiretta. "Per questo - insistono Paggio, Menghini e Ciurnella - chiediamo che, dalle azioni previste per l’area anziani nel triennio, sia eliminato il punto contenente la dicitura 'incrementare, laddove possibile, l’assistenza indiretta per sostenere la famiglia e/o il badantato’”.

E, a proposito di badanti, i sindacati dei pensionati rinnovano anche la richiesta di istituire un Albo regionale delle assistenti familiari finalizzato alla regolarizzazione dei contratti di lavoro in questo settore e alla qualificazione dell’offerta assistenziale.

In conclusione, Spi, Fnp e Uilp esprimono un giudizio negativo sulla proposta di Piano e chiedono riscontri concreti alla disponibilità manifestata a conclusione del confronto da parte dell’assessore Coletto e dal direttore Dario, a promuovere nell’immediato futuro un confronto strutturato con le parti sociali e l’impegno a reperire ulteriori risorse del bilancio regionale da destinare al Prina.

 

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