Nicoletta Dosio, insegnante in pensione, 73 anni, tra le fondatrici del movimento NO TAV.

Un passaggio dell'intervista rilasciata a il manifesto
D.Lei ha la possibilità di chiedere pene alternative:lo fara?
R. Non lo farò e qualcuno, un giorno verrà a prendermi per portarmi in carcere.....
D. Perchè fa questo? Lei ha settantrè anni.
R. Voglio cercare di mettere il dito nella piaga, e ancora una volta dare visibilità a questa ingiustizia che perseguita chi lotta per il diritto di tutti.Inutile fare i neoambientalisti che accolgono le richieste dei giovani quando si devono recuperare voti e poi, nella realtà, giustificare e avallare una devastazione perfino priva di senso economico.Questo mio gesto è contro i sepolcri imbiancati:per mettere in luce questo e riportare l'attenzione dell'opinione pubblica, che mi pare si stia adattando, agli orrori nei confronti di chi lotta, io andrò in carcere. Il dovere che io sento è il non genuflettermi: di non chiedere sconti e scuse. Per dignità e libertà. Sono convinta che quel mondo buono che ancora esiste intorno a me lo troverò anche in carcere, dove incontrerò gli ultimi degli ultimi. Farò esperienze che mi serviranno sebbene io sia una donna anziana.
......So di avere con me il sostegno delle mie sorelle e dei miei fratelli di una lotta bella e irriducibile, perchè porta nelle sue mani la memoria del passato, l'indignazione per la precarietà presente, la necessità di un futuro più giusto e vivibile per tutti.
Se andrò in carcere, non me ne pentirò,perchè, come scrisse Rosa Luxemburg, dalla cella dove scontava la sua ferma opposizione alla guerra," mi sento a casa mia in tutto il mondo, ovunque ci siano nubi, e uccelli, e lacrime umane".

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