PERUGIA - Confapi Umbria ha votato no alla proposta di mantenere inalterati i prezzi del 2010 per l’edizione 2011 del prezziario regionale. La decisione, presa su proposta dell’Ance a maggioranza dei voti dalla Commissione regionale per la formazione e l’aggiornamento del prezziario, è ora al vaglio degli uffici tecnici regionali che dovranno verificarne la correttezza formale e le modalità di attuazione.

“E’ gravemente scorretto nei confronti delle imprese congelare i prezzi dell’edizione 2010 a fronte di aumenti importanti rilevati sul costo della manodopera, sul gasolio e sull’acciaio che arriva fino a punte di +70%” commenta Stefano Bovini, rappresentante di Confapi in Commissione. “Si tratta di prezzi elementari” – spiega l’imprenditore – “che concorrono alla formazione di moltissime voci del prezziario e quindi riversano il loro aumento su moltissimi prezzi.”

Se la proposta non dovesse passare la verifica di correttezza formale, il prezziario sarà opportunamente aggiornato sulla base delle variazioni registrate. Ma anche in questo caso Confapi fa sentire il suo dissenso. Se concorda sugli aumenti di gasolio, manodopera e acciaio, critica fortemente il metodo utilizzato nella rilevazione della diminuzione del 5% sul prezzo del calcestruzzo.

“L’aver mediato il prezzo rilevato nei listini con gli sconti fatti dai fornitori” – continua Bovini – “restituisce un prezzo assolutamente non veritiero, ma drogato dalla fame di lavoro che soffre l’intero comparto: oggi anche i fornitori sono disposti ad applicare sul momento sconti importanti pur di mantenere il cliente. Ma questo meccanismo, legato al particolare contesto e quindi estemporaneo, non può essere messo a sistema nella determinazione del prezzo. La realtà del mercato infatti riscontra un aumento del 5%.”

I dati del settore degli appalti pubblici condivisi in Commissione sono drammatici: dai 99 bandi pubblicati nel terzo trimestre 2008 ai 50 del terzo trimestre 2011, fino ad oggi, data alla quale alcun bando è pubblicato sul sito della Regione. “La crisi del settore è allarmante” – sottolinea Sergio Vincioni, Presidente regionale Aniem-Confapi – “ E’ vero che cresce il valore dei ribassi, ma questo è un meccanismo assolutamente svincolato dalla capacità remunerativa del prezziario: oggi, pur di lavorare e mantenere i lavoratori, l’imprenditore è disposto a sacrificare in maniera importante il proprio utile. D’altra parte se dobbiamo scontrarci ogni giorno con le difficoltà di accesso al credito, con tempi di pagamento sempre più lunghi dovuti al patto di stabilità, con il calo vertiginoso degli investimenti, con l’assenza di una politica industriale seria che punti al rilancio del settore, un prezziario adeguatamente remunerativo è il minimo che ci aspettiamo dalla Regione.”
 

Condividi