No alla guerra sì al dialogo. I radicali di Perugia
Come italiani e come europei stiamo assistendo ad una preoccupante escalation della tensione tra la Russia, gli Stati Uniti e la Nato ai confini dell’Europa. Una escalation nella quale, allo stato attuale, nessuno dei contendenti esclude l’eventualità del ricorso alle armi e rispetto alla quale nessun osservatore esclude che possa evolvere in conflitto armato, anche nucleare, che potrebbe coinvolgere la stessa Europa.
Ciò avviene, inoltre, in un clima di esasperato riarmo con il quale gli eserciti sembrano cercare la supremazia invece che un equilibrio strategico che sia garanzia di pace futura.
La Russia di Putin ha ammassato 120mila uomini al confine ucraino e minaccia una nuova invasione dopo quella di Crimea del 2014. Motivo del contendere è l’espansionismo Nato. Gli Usa, a loro volta, minacciano di intervenire in difesa dell’Ucraina e del diritto degli Stati sovrani ad aderire alla Nato. Se la guerra inizia, porterà morte, distruzione, sofferenza, spostamenti di massa, crisi economica e molte altre conseguenze. In questo contesto in Europa si rischia l’esplosione di un conflitto che per Stati Uniti e Russia cercano di ridisegnare le proprie aree di influenza. Facciamo appello ai popoli dell’Ucraina e della Russia in primo luogo, ma anche alle persone di tutto il mondo, per dire “No!” alla guerra in Ucraina. Non c’è alternativa ai negoziati, per quanto difficili possano sembrare
Al nostro Paese innanzi tutto, a cominciare dal Ministro degli Esteri, e all’Europa, all’Unione Europea tutta, chiediamo di prendere iniziative urgenti e significative da una posizione di neutralità attiva, per ottenere una de-escalation immediata della tensione e avviare la ricerca di un accordo politico negoziato nel rispetto della sicurezza e dei diritti di tutte le popolazioni coinvolte, chiarendo la propria indisponibilità a sostenere avventure militari. Per questi obiettivi, nei prossimi giorni annunceremo data ed ora di una manifestazione che si terrà a Perugia.
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