PERUGIA - “È tempo che le città dell’Umbria e tutte le istituzioni locali prendano coscienza della diffusione che il lavoro dei cosiddetti rider ha assunto anche nei nostri territori e mettano di conseguenza in campo azioni di monitoraggio, vigilanza e controllo, così come avviene già in altre realtà del nostro Paese”. Ad affermarlo in una nota è Vanda Scarpelli, coordinatrice regionale del Nidil Cgil, il sindacato che rappresenta i lavoratori digitali e le nuove identità del lavoro. “Dopo le sentenze dei tribunali di Firenze e Milano che hanno evidenziato gravi mancanze da parte delle grandi multinazionali del food delivery, arrivando addirittura al commissariamento di Uber, con l’accusa di sfruttare lavoratori migranti deboli - continua Scarpelli - è quantomai necessario anche qui in Umbria accendere un faro su questi lavoratori, sulle loro condizioni, sui loro diritti e sulla sicurezza. Riteniamo in questo senso importante la proposta di legge avanzata in Regione dal Partito Democratico per la tutela e la sicurezza dei lavoratori digitali e auspichiamo che la Regione e i Comuni dell’Umbria aprano un confronto con il sindacato su questa, ormai non più nuova, realtà del nostro mondo del lavoro”.

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