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Introdurre il Green pass sui mezzi pubblici? “No”, non garantirebbe più sicurezza. Enrico Giovannini, ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, lo dice a Agorà su Rai3.
“Non sarebbe gestibile sul piano organizzativo, ne abbiamo discusso con le Regioni nei mesi scorsi”, spiega Giovannini, per cui “scorciatoie non ce ne sono” e piuttosto si stanno approntando “una serie di strumenti”, appurato che “non esiste un unico strumento risolutivo”.
Ad esempio, il titolare del MIMS ricorda lo stanziamento “di oltre 600 milioni nel secondo semestre per permettere alle Regioni e Comuni di potenziare i mezzi pubblici“, un intervento tale per cui “nel primo semestre con 250 milioni di finanziamento statale nelle ore di punta i mezzi pubblici sono aumentati di circa il 15-20%. Adesso abbiamo 600 di milioni e infatti stiamo ricevendo i piani regionali che indicano un potenziamento”, mentre si lavora anche sullo “sfasamento degli orari”.
“Lo stato finanzia il TPL ma l’organizzazione totale compete alle Regioni”, ricorda Giovannini, nelle quali si registra “una situazione molto variegata”. Poi “il rinnovo dei mezzi pubblici è quello che fa il PNRR destinando 15 miliardi per tremila autobus in senso ecologico, basta diesel insomma, perché stiamo provando a creare una filiera nazionale: basta comprare solo all’estero”, esorta il titolare del MIMS.
“COVID, PRIMA FASE CONTROLLORI A TERRA PER EVITARE BUS AFFOLLATI“
Nell’ambito delle misure per il Trasporto pubblico locale alla ripresa autunnale, in chiave di contenimento covid, “nella prima fase i controllori opereranno a terra per evitare di far salire le persone quando l’autobus è già pieno”, spiega Giovannini.
I controllori saranno “inizialmente” a terra, precisa Giovannini, ed è in corso “un tavolo con i sindacati per migliorare la sicurezza degli operatori in caso si rischino reazioni ‘non idonee’ dei viaggiatori”. Tra le misure c’è anche “l’obbligo per i Comuni di fare comunicazione ai cittadini”, segnala Giovannini, perché ad esempio “a Roma dicevano che ci sono mezzi aggiuntivi ma i cittadini non lo sapevamo e non salgono”.
Le guardie di sicurezza talebane hanno disperso oggi sparando in aria decine di persone, soprattutto donne, che stavano manifestando davanti all’ambasciata del Pakistan di Kabul al grido di “Pakistan, Pakistan, vai via dall’Afghanistan”. A riferirlo è stata l’emittente locale Tolo News.
Stando a questa ricostruzione, le guardie hanno anche cercato di impedire ai giornalisti di coprire le proteste. Anche un operatore di Tolo News, Wahid Ahmadi, è stato arrestato e si è visto confiscare la telecamera.
La manifestazione è partita come un sit-in di sole donne davanti alla sede diplomatica di Islamabad. Alla manifestazione si sono aggiunti poi altre residenti della capitale. Il vicino Pakistan è ritenuto uno dei principali sostenitori dei talebani da anni. Nei giorni scorsi sono anche circolate delle notizie, che per adesso non hanno trovato riscontri, rispetto a un sostegno dell’aviazione pachistana alle truppe talebane impegnate contro le milizie della provincia del Panjshir. In alcuni video pubblicati da Tolo News si vedono poliziotti talebani disperdere la folla sparando numerosi colpi in aria. In un altro video una manifestante riprende in primo piano un gruppo di attiviste che sarebbero state bloccate in un garage dai miliziani.
I complimenti ai giovani per l’adesione alla campagna vaccinale, la conferma che già a settembre si partirà con la somministrazione della terza dose e una strategia di convincimento per chi è ancora contrario all’inoculazione. Il commissario straordinario all’emergenza Covid-19, il generale Francesco Paolo Figliuolo, ha fatto il punto della situazione nel corso di una visita all’hub vaccinale dello stabilimento Amazon di Passo Corese (Rieti). “Per l’Italia oggi è un bel giorno, abbiamo appena raggiunto, e di poco superato, l’80% delle prime somministrazioni a persone già guarite o con una dose. Questo risultato ci dice che per fine settembre raggiungeremo l’80% di platea interamente vaccinata, ossia 43 milioni e 200mila cittadini italiani dai 12 anni in su che completeranno la scheda vaccinale”.
“COMPLIMENTI AI RAGAZZI, BASTA CON LA DAD” Se i numeri della campagna sono positivi, è grazie anche al contributo dei più giovani. “Stiamo avendo davvero ottimi risultati. A livello nazionale – ha sottolineato Figliuolo -, su 100.000 prime inoculazioni di ieri, il 30% erano somministrazioni fatte alla classe tra i 12 e i 19 anni. A livello complessivo stiamo raggiungendo, come prima dose, ottimi risultati. Qualcosa in meno nella fascia 12-15 anni, dove siamo intorno al 50% come prime dosi ma chiaramente sono gli ultimi che hanno iniziato. La classe 19-29 anni ha raggiunto e superato il 70%, credo siamo intorno al 75% di prime inoculazioni, e ricordiamo che ha iniziato per ultima a vaccinarsi. Si tratta davvero di un grande senso di responsabilità. Ovviamente per i ragazzi più giovani, i minorenni, il senso di responsabilità dipende molto dai loro genitori. E di questo ringrazio anche loro”, ha concluso.
“Sulle mascherine ho ripreso un tema già inserito del decreto-legge del 6 agosto. Nessuno ha intenzione di creare discriminazioni. Non questo governo e non questa maggioranza. C’è un’autorità della privacy, con cui abbiamo già affrontato il tema della piattaforma per gli insegnanti. E ora siamo in sede di discussione del decreto-legge. Se ritenete che non sia un incentivo a vaccinarsi ma possa costituire qualcosa di lesivo, è nelle vostre mani. Questo è il Parlamento”. Così il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, in audizione in Commissione Istruzione al Senato.
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