La direzione generale della Usl Umbria 1 smentisce le voci sulla possibile chiusura dell’ospedale di Assisi, precisando che nessun atto programmatico contempla la chiusura del presidio ospedaliero, anzi, la programmazione aziendale prevede un suo rilancio attraverso il potenziamento di alcuni servizi già presenti e l’avvio di nuovi servizi. Alcune delle nuove attività rientrano peraltro nella convenzione sottoscritta dalla Regione Umbria con l’Università degli Studi di Perugia  e con l’Azienda Ospedaliera di Perugia.

“Innanzi tutto abbiamo previsto il potenziamento dell'attività di Pronto Soccorso con l’attivazione del Triage per una gestione più appropriata degli accessi – spiega il direttore generale della USL Umbria 1 Giuseppe Legato - e il potenziamento delle attività chirurgiche programmate in regime di week surgery e day surgery. Questo vale per la chirurgia generale e la chirurgia specialistica (oncologica, urologica, otorinolaringoiatrica, plastica e ricostruttiva) già presenti nell'ospedale, ma sarà sviluppata anche la chirurgia ambulatoriale grazie all’attivazione di quattro nuove poltrone”.

“Inoltre – prosegue il direttore generale – saranno attivate alcune specialità chirurgiche: la chirurgia pediatrica, in collaborazione con l'Azienda Ospedaliera di Perugia, la chirurgia geriatrica e la chirurgia tessutale per lesioni cutanee difficili. Sempre in collaborazione con l'Azienda Ospedaliera di Perugia sarà attivata un'area cardiologica specificamente dedicata al trattamento dello scompenso cardiaco”.

Nell’ambito del rilancio del presidio ospedaliero rientrano anche gli interventi per la sistemazione area parcheggio ospedale e l’attivazione di una Residenza Sanitaria Assistita (RSA) con 15 posti letto dedicati a pazienti affetti da patologie cronico-degenerative momentaneamente scompensate o riacutizzate, con rischio sociale variabile, che non possono essere assistiti a domicilio, e che spesso vengono impropriamente ricoverati nei reparti ospedalieri di medicina generale.

“Spero di aver dissipato le preoccupazioni dei cittadini e utenti dell’Assisano – conclude Legato – Non è questo il quadro di un ospedale che si vuole chiudere o depotenziare”.

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