Di Antonio Ferraro

Nella manovra ‘Salva-Italia’ è presente una preoccupante misura di cui nessuno parla, ma che potrebbe avere un impatto pesante sul versante sociale: la revisione dell’ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente), che dovrebbe avvenire entro il 31 maggio 2012 per entrare in vigore a partire dal 2013. L’ISEE, per chi non lo sapesse, è la dichiarazione richiesta per accedere a prestazioni sociali agevolate.
La misura è presente nell’articolo 5 della manovra e ridisegna in poche righe le modalità di determinazione e i campi di applicazione dell’ISEE introducendo novità importanti in un settore delicato che intreccia fisco ed assistenza. Tra gli elementi da considerare per determinare il nuovo indicatore, oltre che un maggior peso del patrimonio di ciascun componente del nucleo, vengono inclusi la percezione di somme anche se esenti da imposizione fiscale e i pesi dei carichi familiari, in particolare dei figli successivi al secondo.

Questo significa che saranno calcolate, anche se esenti da Irpef, tutte le provvidenze assistenziali agli invalidi civili, ai ciechi e ai sordi, alcune borse di studio, l’assegno sociale. Inoltre, vengono riconosciute come beneficiarie ‘privilegiate’, attraverso l’abbassamento della soglia ISEE, le famiglie numerose con più di due figli senza calcolare altri gradi di parentela. Insomma, una politica miope che non tiene conto dei reali problemi che vivono le famiglie, ma che riconosce solo l’idea della famiglia “tipo” marito-moglie-figli.
Per quanto riguarda i campi di applicazione, l’articolo 5 prevede espressamente che l’ISEE deve essere applicato per le agevolazioni fiscali (es. carichi di famiglia, spese di assistenza, ecc.), le agevolazioni tariffarie (elettricità, gas, asporto rifiuti ...) e, novità assoluta, le provvidenze di natura assistenziale (es. pensione e indennità per gli invalidi civili, assegni e pensioni sociali ecc.).

Attualmente l’ISEE è applicato per un numero limitato di servizi e benefici, altri ne sono esclusi come anche lo è l’accesso a prestazioni monetarie come pensioni e assegni per gli invalidi, per cui si fa riferimento al reddito personale o al massimo a quello del coniuge. Dunque, è prevedibile che dal primo gennaio 2013 molte agevolazioni e provvidenze, come l’indennità di accompagnamento, non siano più riconosciute a quelle persone che superano la soglia, da individuare attraverso uno specifico decreto, del nuovo ISEE.

C’è da segnalare che nel testo si raccomanda la differenziazione dell’indicatore per le diverse tipologie di prestazioni, ma questo non riduce la gravità e il potenziale danno che il provvedimento contiene, soprattutto se viene precisato che dall’attuazione del nuovo articolo “non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica”, ma anzi, nella parte finale dell’articolo si prevedono espressamente dei risparmi rispetto ad oggi. Risparmi destinati all'attuazione di politiche sociali e assistenziali, senza specificare neanche un preciso rifinanziamento del Fondo per le Politiche Sociali, ridotto all’osso dal precedente Governo (69 milioni per il 2012 e 44 per il 2013) o del Fondo Non Autosufficienza, addirittura azzerato. Dopo il tentativo, riuscito, del precedente Governo di smantellare un sistema pubblico e universalistico per sostituirlo con un modello residuale e caritatevole, oggi il Governo Monti prova a completare l’opera introducendo un sistema di welfare di stampo familistico. Chiesa, Udc, Cisl e tanti altri ringraziano.

Fonte: controlacrisi.org

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