TERNI - Il pianto di Gesu' Bambino come quello di chi ha perso il lavoro: monsignor Vincenzo Paglia, vescovo di Terni, tra i fondatori della Comunita' di Sant'Egidio e presidente della commissione Cei per l'ecumenismo e il dialogo, ha elencato i disoccupati (nella sua Umbria, oltre 20 mila) tra le categorie di cui, in occasione del Natale, bisognerebbe ''ascoltare il pianto'', come successe nella notte della Nativita' a Betlemme.

''La crisi economica purtroppo continua sembra anzi allungare la sua ombra'', ha osservato monsignor Paglia nell'omelia della messa di mezzanotte, invitando a ''non lasciarsi prendere dalla rassegnazione dal ripiegamento su se stessi. Il pianto di Gesu' Bambino - ha aggiunto il presule ternano - e' un pianto implorante: e' quello dei bambini che ancora oggi sono sfruttati e violentati; e' il pianto degli anziani, abbandonati ed esclusi dalla vita; e' anche quello degli stranieri che implorano accoglienza e di coloro che continuano ad avere fame e sete nonostante che in altre parti del mondo il cibo e l'acqua si sprechino; e' il pianto degli oppressi dalle guerre e dalle ingiustizie; e' il pianto dei disperati e degli angosciati del nostro mondo ricco. Ed e' anche il pianto di quegli operai - ha voluto ribadire Paglia - che hanno gia' perso il lavoro e di quelli che rischiano di perderlo, e sono centinaia di migliaia. In questi giorni ho potuto toccare con mano quanto profonda sia l'implorazione di questi padri e madri di famiglia, lavoratori che vedono il loro domani messo in pericolo''. Quindi ''il Natale inizia dall'ascolto di questo pianto, dei tanti pianti del mondo di oggi, di quelli vicini e di quelli lontani''.

 

 

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