Nasce Banca Centro, i soci approvano la fusione Bcc Umbria-Banca Cras
L’istituto avrà sede legale a Sovicille, amministrativa a Moiano e due presidi territoriali - La nuova realtà umbro-toscana avrà 62 filiali, 16.700 soci, 70 mila clienti e 420 dipendenti
(AVInews) – Perugia, 23 dic. – Con 1.013 voti favorevoli e soli dieci contrari, nel pomeriggio di sabato 21 dicembre l’assemblea straordinaria dei soci di Bcc Umbria ha dato il via libera al progetto di fusione con Banca Cras e alla nascita di Banca Centro - Credito cooperativo Toscana-Umbria. Poche ora prima, anche i soci dell’istituto toscano avevano deliberato nella stessa direzione, approvando anch’essi l’istituzione di una nuova grande realtà del credito cooperativo, operativa in quattro regioni e dieci province, con 62 filiali, 16.700 soci, 70mila clienti e 420 dipendenti. Sbrigate le formalità necessarie, Banca Centro vedrà ufficialmente la luce nei primi giorni di gennaio. L’istituto farà parte del Gruppo bancario cooperativo Iccrea, avrà sede legale a Sovicille, in provincia di Siena, e sede amministrativa a Moiano di Città della Pieve.
“Innovare e crescere, ma senza stravolgere”. “Abbiamo la necessità di crescere – ha commentato il presidente di Bcc Umbria Palmiro Giovagnola – per consolidare i nostri requisiti patrimoniali, sviluppare i livelli di efficienza ed economizzare su alcune spese ma, contemporaneamente, non abbiamo intenzione di stravolgerci. Se ci omologassimo ai grandi gruppi bancari avremmo già perso. Vogliamo continuare a essere una banca locale, vicina alle piccole imprese, alle famiglie, a chi vuole costruire una casa o mandare i figli a scuola. Questa è la caratteristica che da oltre un secolo ci contraddistingue e oggi, con dimensioni diverse, dobbiamo continuare a perseguire gli stessi obiettivi”. Sulla stessa lunghezza d’onda il direttore generale di Bcc Umbria Marcello Morlandi. “Insieme – ha detto Morlandi – rappresenteremo uno dei principali gruppi bancari italiani, pur conservando le nostre radici di banche di territorio. Abbiamo raccolto la sfida dell’aggregazione che renderà la nuova banca più efficace ed efficiente; ci siamo unite in un Gruppo che ha dato vita a una realtà unitaria e moderna capace di accelerare percorsi di sviluppo importanti; ma la cooperazione rimane il valore radicale della nostra storia e su questa storia fondiamo la nostra coesione e le aspettative sul futuro. La scelta di unire le nostre forze con Banca Cras è frutto di quel saper guardare lontano, di chi crede che il futuro va ricercato, costruito e mai subìto”.
Due presidi territoriali. Per tutti questi motivi Banca Centro avrà anche due importanti presidi territoriale regionali, a Sovicille per la Toscana e a Mantignana di Corciano per l’Umbria. “Saranno due presidi molto strutturati – ha sottolineato Giovagnola – che potranno svolgere gran parte delle funzioni come la concessione e il controllo dei fidi. L’idea è proprio quella di rimanere ancorati al territorio”.
La governance della nuova banca. Per il primo mandato triennale la governance di Banca Centro prevede 13 membri nel Consiglio di amministrazione, di cui presidente (Palmiro Giovagnola) e cinque amministratori (Luca Pecetti, Luigi Mezzasoma, Carmelo Campagna, Caterina Giontella, Michele Verdi) a Bcc Umbria e vicepresidente e 6 amministratori a Banca Cras. Gli amministratori saranno ridotti a nove nel secondo mandato e il presidente sarà espressione di Banca Cras. La direzione generale sarà composta da Umberto Giubboni (direttore generale) e Marcello Morlandi (condirettore generale).
I numeri di Banca Centro. Il nuovo istituto avrà fondi propri per circa 160 milioni di euro e attivi per oltre due miliardi e mezzo di euro. La raccolta si attesterà su 1.950 milioni di euro e gli impieghi su 1.500 milioni di euro. “Pensiamo di fare nuovi impieghi per 250/300 milioni di euro all’anno – ha annunciato Giovagnola –. Ciò significa migliaia di artigiani, commercianti e famiglie che possono accedere al nostro credito. Ciò ci aiuterà a crescere ma farà anche il bene di chi ne potrà usufruire per i propri investimenti”.
Nicola Torrini
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