.....Nella frazione indifferenziata c’è ancora tanto organico (almeno il 30%) e nell’organico tanto materiale non conforme principalmente plastica ma anche vetro e altro ancora.”

E' il passaggio più sconfortante del documento di approfondimento sulla gestione dei rifiuti in Umbria a cura di Legambiente Umbria e Cittadinanzattiva Umbria.

Il documento riprende uno studio che Arpa ha commissionato alla Scuola Agraria del Parco di Monza  e che riguarda una estesa campagna di analisi merceologiche dei rifiuti indifferenziati e organico, dove emerge una scarsissima qualità dell'organico raccolto con i cassonetti di prossimità e quindi senza il “porta a porta”.

Le peggiori performance sono di Perugia, Bettona, Umbertide e Todi.

L'indice di qualità dell'organico differenziato va dal 49,40% di Perugia al 68,1% di Bettona. Sta a significare che, quando va bene, nell'organico, almeno il 30% non è compostabile, ma bensì risulta essere plastica, vetro o altro.

Secondo Fabio Barcaioli di Sinistra Italiana “Non può essere una coincidenza il fatto che in tutti questi comuni la raccolta è gestita da Gesenu e in tutti è consentito gettare pannolini e assorbenti nell'organico.”

La lettura politica dei dati forniti dall' Arpa deve considerare anche che le migliori performance di qualità della raccolta differenziata la danno i comuni di Monte Franco (99,0%) e Narni (99,3%) dove la raccolta viene gestita da Asm.

Sinistra Italiana dell'Umbria “esprime grande soddisfazione per il lavoro svolto da Alfonso Morelli, assessore all'Ambiente del Comune di Narni, che in soli 3 anni, con il 75% di raccolta differenziata e con qualità del differenziato organico pari al 99,3%, ha portato il suo Comune ad essere, nella gestione dei rifiuti, non solo il migliore in Umbria, ma anche tra le eccellenze in Italia.”

Per Fabio Barcaioli di Sinistra Italiana “da questo rapporto emerge con nettezza l'inefficienza del gruppo Gesenu nella raccolta dei rifiuti, alla quale va sommata l’interdittiva antimafia e un’inefficienza impiantistica che provoca un enorme quantitativo di scarti che vanno a finire in discarica con alti costi per l’ambiente e la collettività.”

Legambiente Umria, alla fine del documento, si chiede “Il comune di Perugia è perfino azionista con una quota rilevante di Gesenu spa, ma in realtà che peso ha, e cosa intende farne di questo peso?”
 
Sono domande alle quali anche noi vorremmo risposte dal sindaco Romizi e dall'assessore Barelli.

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