TERNI - L'intervento dei Carabinieri Forestali di Narni che nei giorni scorsi ha portato alla denuncia di una persona trovata in possesso di numerosi esemplari di avifauna protetta, evidenzia un segnale preoccupante del bracconaggio italiano favorito dall'insistenza di reati vetusti ed estremamente insufficienti per contrastare l'aggressività del fenomeno.

Lo ha affermato il CABS, l'associazione di volontari esperti in antibracconaggio, dopo il sequestro di un frosone e di ben dodici fringuelli uccisi. "Si tratta – ha affermato il CABS - di animali ai quali non si può sparare se non in barba alla legge sia nazionale che comunitaria. L'enormità di questo sequestro, forse risultato di una giornata di caccia, non può essere interpretata con una confusione con specie cacciabili. Ad ogni modo, nel caso di dubbio, non si deve premere il grilletto".

Secondo i protezionisti il patrimonio faunistico italiano non è realmente protetto. Lo dimostra, tra l'altro, l'apertura del fascicolo EU Pilot con il quale gli uffici europei hanno di fatto preannunciato la possibilità di una procedura d'infrazione proprio a causa dalla mancata protezione dell'avifauna selvatica.

"L'apertura del fascicolo europeo è vecchio di anni ma ancora tutti i reati previsti in violazione della legge sul prelievo venatorio sono di debole previsione contravvenzionale. Occorrerebbero - hanno concluso i protezionisti - i più efficaci reati delitti così come già avviene nel caso di maltrattamenti ed uccisione di animali di cosiddetta affezione".

IL CABS È UN'ASSOCIAZIONE DI VOLONTARI CON SEDE A BONN SPECIALIZZATA NELL'ANTIBRACCONAGGIO

E' ATTIVA IN ITALIA CON NUMEROSI NUCLEI, OLTRE CHE A MALTA, FRANCIA, GERMANIA, SPAGNA, CIPRO E LIBANO

 

 

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