Multiservizi: accordo per rinnovo di 10mila lavoratrici e lavoratori umbri
Ci sono buone notizie per circa 10mila lavoratrici e lavoratori umbri impiegati nelle aziende “multiservizi” della nostra regione, ovvero per lo più in appalti di pulizia e servizi integrati in strutture pubbliche, tra cui ospedali ed enti vari (come Inps, Regione, Comuni, Agenzia della Entrate, etc.). È stata infatti raggiunta, dopo 8 lunghi anni d’attesa, l’intesa sul rinnovo del contratto nazionale che in Italia interessa circa 600mila lavoratrici e lavoratori, i quali, per la stragrande maggioranza, durante la fase più acuta della pandemia hanno continuato a lavorare con grande senso di responsabilità, spesso in condizioni di incertezza e non completa sicurezza.
“Riteniamo importante questa ipotesi di accordo sottoscritta con le associazioni imprenditoriali di settore dopo un lungo negoziato e molte mobilitazioni - affermano in una nota la Filcams Cgil di Perugia e quella di Terni - Anche perché, oltre a portare un aumento economico nelle buste paga di lavoratrici e lavoratori (120€ a regime per il 2° livello, con prima trance di 40€ a luglio 2021 e ultima trance di 10€ a luglio 2025), l'intesa prevede una soluzione innovativa volta a tutelare il reale potere di acquisto dei salari, nel caso in cui il contratto non fosse rinnovato, evitando così una perdita salariale. Inoltre, sulla parte normativa il rinnovo interviene su diversi istituti adeguando o integrando la precedente disciplina”.
In particolare, l’accordo interviene sul cambio appalto, implementando le informazioni e le comunicazioni tra azienda cessante e azienda subentrante e quelle da dare alle organizzazioni sindacali; sul ricorso al contratto a tempo determinato e ai contratti di somministrazione il limite di utilizzo complessivo viene individuato nel 35%. Molto importante, inoltre, è l’introduzione di un ampio articolato volto a contrastare le violenze e le molestie sessuali nei luoghi di lavoro, che impegna le parti a definire un Codice di Condotta/Linee Guida sulle misure da adottare. Inoltre, alle lavoratrici inserite nei percorsi di protezione relativi alla violenza di genere, è riconosciuto il diritto di astenersi dal lavoro con congedo retribuito per un periodo massimo di 90 giorni lavorativi.
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