di Elio Clero Bertoldi

PERUGIA - Sono convinto che i perugini, ed anche i turisti, abbiano tutto da guadagnare nel fare una visita alla mostra “Facce da Virus” in Santa Maria della Misericordia (via Oberdan), dove sono esposti - sino al 9 gennaio (orario 10-12.30 e 16-19.30) - ben “112 “ritratti veloci” al tempo del Covid" di personaggi perugini ed umbri, ma soprattutto di livello nazionale e internazionale, opera del professor Angelo Buonumori. Per i pochi che non lo conoscono, soprattutto per i visitatori di fuori regione, l’autore, appassionato cultore di grafica e di design, ha lavorato per notissime “griffe” internazionali della moda quale “direttore creativo”; ha speso la sua professionalità per le Industrie Buitoni Perugia; ha ricoperto l’incarico di docente universitario di “Teoria e tecnica della comunicazione pubblicitaria”, del “Design della comunicazione”, della “Elaborazione grafica digitale”. Per quanto riguarda la ricerca figurativa, Buonumori ha esposto i suoi lavori sia in mostre personali che di gruppo. 

Qualcuno potrebbe definire “Le facce da virus”, per la loro carica di straripante simpatia, come semplici caricature, sia pure gustose ed eleganti. In realtà si presentano come qualcosa di molto più. L’autore, raccogliendo un suggerimento del professor Franco Mezzanotte, ha sposato la dizione di “ritratti veloci”. Il segno, in effetti, si rivela breve, rapido. Pochi tratti definiscono un volto, un carattere, una personalità. In letteratura si potrebbero comparare agli epigrammi. 

Il professor Emidio De Albentis ha suggerito, dal suo angolo visuale, l’espressione “sintesi del segno”. 

Tutte definizioni calzanti, giuste, accettabili, condivisibili.

Ne aggiungo una pescando dai rimasugli dei miei studi, ormai datati, di filosofia. Buonumori sembra aver utilizzato, per le sue opere, una sorta di “fenomenologia” applicata al disegno. Via tutti gli orpelli, cancellati i segni superflui o comunque non significanti: la sua matita cerca, individua e fissa l’essenziale. La sintesi, eterna ed immodificabile, della persona che intende raffigurare. Il succo. E non é un caso che i personaggi dei ritratti risultino, nonostante la “sfogliatura“ di un gran numero di particolari del volto, immediatamente, riconoscibili, perché Buonumori ne ricava, e ne scava, l’essenza. Regalandocela.

L’autore, insomma, ha saputo “fotografare” i tratti, unici e determinanti - si potrebbe azzardare, universali - dei modelli, del tutto ignari di essere finiti nel suo mirino, scelti per questa singolare e godibilissima mostra.

Ricchissima la “galleria” proposta: dai politici e dagli amministratori pubblici al mondo dello spettacolo; dal “milieu” del giornalismo, locale e nazionale, al settore dello sport (allenatori e giocatori italiani e stranieri); dal comparto dei grandi chef all’ambito dell’Arte e della Cultura; dagli attori di grido del momento e di un tempo, ai cantanti di oggi, di ieri e dei sempre-verdi.

Il visitatore si immergerà in un susseguirsi caleidoscopico di nasi, ciuffi, occhi, guance, occhiali, orecchie, divertendosi nel riconoscere, magari da un solo particolare, l’ambientalista Greta e il bomber Ibrahimovic, la teutonica Merkel e l’irrefrenabile Sgarbi, la presidente Tesei e l’imbranato Woody Allen, il polemico Feltri e il furbo Mourinho, l’eterea Virginia Raggi e il ringhioso Rino Gattuso, l’ormai deificato Draghi e l’immarcescibile Silvio B., il tenebroso Pitt e la splendida Kidman e via dicendo. Ma anche visi noti in città, che si possono vedere in tv o sui giornali oppure incrociare a passeggio (lo si fa ancora?) per corso Vannucci.

In tempi di Covid - pure oggi, non solo nel momento del confinamento più pesante che ha permesso di far sgorgare,  come da una polla gorgogliante di montagna, la genuina creatività dell’autore - rifugiarsi per qualche tempo in un ambiente di leggerezza, di ironia, di intelligenza riveste, quasi, il valore terapeutico di un farmaco capace di combattere la tristezza, la rabbia, la depressione, che la pandemia si porta dietro a strascico, quali fastidiose ancelle. 

E non trovo casuale che a regalare il sorriso sia un artista di vaglia che - nomen omen - si chiama messaggero (tale il significato del greco ‘ánghelos’) di Buon Umore.

 

 

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