La morte tragica di Ovidio ha coinvolto moralmente tutta la società, chiamando ognuno di noi ad un’assunzione di responsabilità di fronte a quanto è accaduto: è il pensiero espresso dalla vicepresidente con delega al Welfare, Carla Casciari, in occasione dei funerali del diciassettenne morto a Pietrafitta.
“Molti sono i dubbi sollevati, – afferma Casciari -  così come tante le riflessioni che arrivano da più parti. E anche lo stesso mondo della cooperazione, i cui operatori hanno protetto e continuano a difendere con impegno e dedizione bambini e ragazzi allontanati per varie ragioni dalla famiglia, ha sentito il bisogno di avviare una riflessione per capire se la “rete” che negli anni è stata costruita a difesa dei minori, è ormai “bucata”.

 

“Non abbiamo metodi miracolosi per arginare questo grave problema che tocca la parte più delicata e indifesa della nostra comunità,  ma possiamo cambiare il metodo d’intervento. E’ ormai chiaro, che la via più efficace per difendere i minori dalla violenza, è agire con rapidità attraverso un lavoro ‘sinergico’ e ‘integrato’ tra tutti i soggetti chiamati ad intervenire in queste situazioni, a volte, realmente drammatiche. L’abuso e la violenza  sui minori quindi, – prosegue la vicepresidente – costituiscono un’emergenza alla quale bisogna rispondere in termini efficaci mettendo a leva il lavoro di tutti coloro che hanno un ruolo in questo campo,  sia del pubblico che del privato. Tutto ciò si basa sul presupposto che le scelte relative al minore non  sono mai neutre e, per renderle efficaci, il dialogo e la collaborazione tra le istituzioni è fondamentale”. “Da anni si lavora in modo incessante contro l’abuso ma, di fronte ad eventi drammatici, come la morte di Ovidio, si ha sempre la sensazione che ci sia ancora  qualche passaggio incompiuto. Ci siamo quindi interrogati su “che fare” e abbiamo deciso di cambiare rotta: abbiamo creato una “rete a maglie più fitte”, mossi dalla convinzione che le risposte per i bisogni dei minori  non si possono trovare da “soli”, ma occorre l’impegno di tutti”.

 

“A difesa e per il trattamento dei minori vittime di abuso e sfruttamento sessuale – ha aggiunto Casciari – stiamo avviando la sperimentazione di “P.I.U.M.A”, il Progetto Integrato Unità Multidisciplinare Abuso,  finanziato per importo di 120 mila euro dal dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Si tratta di un’esperienza pilota con la Regione Umbria come soggetto capofila, proposta dal Comune di Perugia al Ministero e che coinvolge un insieme di soggetti pubblici e privati”.  “La sperimentazione del progetto prende avvio proprio dall’analisi e dalla valutazione dell’esperienza maturata dagli operatori appartenenti ai vari sistemi istituzionali coinvolti nel territorio intercomunale di Perugia, Corciano e Torgiano ed in quello del Distretto del perugino dell’Asl 2.”.   “A partire dalla significativa rete di risorse e servizi presenti nel nostro territorio – ha aggiunto - e nel tentativo di superare le criticità oggi esistenti, si vuole promuovere e mettere in atto un percorso progettuale condiviso, teso a migliorare le forme della collaborazione interistituzionale e la  qualità dell’integrazione tra i procedimenti giudiziari e le prassi operative sociali, psicologiche e sanitarie”.

 

“P.I.U.M.A – ha riferito Casciari - prevede l’attivazione di una ‘unità  multidisciplinare’, che sarà composta da operatori con preparazione ed esperienza provenienti sia dai servizi sociali dei tre Comuni che dai servizi socio-sanitari dell’Asl 2, con la  presenza di due assistenti sociali comunali e di due psicologi affiancati da altre figure professionali come lo psichiatra e il neuropsichiatra infantile, pediatri, educatori, consulenti legali  a seconda delle singole situazioni. Inoltre, saranno realizzati due nuovi spazi destinati, il primo alla gestione degli incontri protetti tra minori e familiari, ed il secondo alla conduzione dell’audizione protetta da parte dell’Autorità Giudiziaria. Infine, è previsto un percorso formativo destinato a potenziare sensibilità, conoscenze e competenze, in modo da  sostenere una forte integrazione tra gli operatori per garantire un percorso protetto che scongiuri altre tragedie”.
 

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