Un Monti è già troppo
di Felice Belisario
Non bastasse un Monti, ora vogliono imporci anche il Monti-bis. Lo vuole il Capo dello Stato, primo e principale sponsor del Professore, lo chiedono Casini e parte del Pd, e poi l’Europa, gli industriali, i banchieri, gli imprenditori e quei giornali impegnati sin dal primo momento a scrivere ‘quanto è bravo Monti’, anche quando non riusciva a fare di meglio che mettere tasse su tasse o quando lo spread schizzava oltre quota 500. Chissà però cosa ne pensano le famiglie, i pensionati, i lavoratori, i precari, quelli che il lavoro lo hanno appena perso o stanno per perderlo. Insomma, l’altra Italia, quella che, da quando Monti è stato calato dall’alto a Palazzo Chigi, si è ritrovata più povera, più fragile, più esposta alla crisi.
Sarebbe interessante sentire la loro voce, per sapere se sono pronti a proseguire su questa strada o se invece vogliono una svolta netta. Io dico che un governo Monti è già stato troppo, che quella parte del Paese ridotta allo stremo dalle politiche inique e recessive dei tecnici non sopravviverebbe a un Monti bis. Dico che è tempo di rimettere al centro dell’agenda politica le famiglie, il lavoro e la difesa dei diritti dei lavoratori, il welfare, la crescita, la lotta alla corruzione e all’evasione fiscale, il sostegno alle piccole e medie imprese, il rilancio delle aree depresse.
Bisogna costruire un’Italia più giusta, serve un doppio salto per superare definitivamente sia il berlusconismo che il montismo. Per farlo si deve restituire al popolo la sovranità che gli è attribuita dalla Costituzione, si deve ridare ai cittadini il diritto di scegliersi da chi farsi governare perché se un governo tecnico è un’anomalia, un bis, sia pure mascherato, sarebbe la negazione della democrazia. Per questo la battaglia politica per una nuova legge elettorale veramente democratica è fondamentale.
Il Porcellum è un obbrobrio e va cancellato, ma i partiti della strana maggioranza vogliono sostituirlo con una legge anche peggiore, che non permetta agli elettori di conoscere prima del voto quali sono le coalizioni, quali i candidati premier e quali i programmi. No, loro vogliono una legge che gli lasci le mani libere per accordarsi dopo il voto, senza alcun rispetto per quel milione e 200mila italiani che hanno firmato per il referendum per cancellare il Porcellum e tornare al Mattarellum.
Quella sulla legge elettorale è una partita decisiva nella grande sfida che attende l’Italia. Noi siamo pronti, con la differenza che mentre altri siedono al tavolo bluffando noi giochiamo carte scoperte. Ci presentiamo con un programma chiaro, di centrosinistra, dalla parte di chi ha di meno, chi ha già dato troppo, chi ha più bisogno. Vogliamo costruire un progetto riformista basato sulla chiarezza, senza inciuci né compromessi, che porti il Paese fuori della crisi nel segno dell’equità. Questo offriremo a Vasto tra due settimane: vedremo chi ci sta e chi invece preferirà continuare sulla strada che ha messo l’Italia in ginocchio.
Fonte: italiadeivalori.it
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