SAN GIUSTINO - «Nel recente incontro con gli assessori di Toscana e Umbria, nel corso del quale è stato presentato l’ente che andrà a gestire la diga, era già stata recepita la richiesta di una presenza più precisa e puntuale dei Comuni limitrofi alla diga di Montedoglio e questo, alla luce degli ultimi risvolti, è elemento imprescindibile»: così il sindaco di San Giustino Fabio Buschi e quello di Citerna Giuliana Falaschi intervengono sulla questione inerente il grande invaso alla luce dei risultati delle perizie disposte dalla procura di Arezzo.

«La diga di Montedoglio è per i nostri territori _ proseguono _ opera strategica sia per l’irrigazione delle aree agricole che per la parte idropotabile, ricordiamo a tal proposito che l’impianto di potabilizzazione che insiste proprio nei nostri territori e che servirà tutto Altotevere, è stato quasi ultimato. Il ruolo dell’invaso è stato e sarà fondamentale anche per calmierare gli eventi alluvionali che nel passato avevano riguardato molte nostre zone. Rimane tuttavia la questione legata alla sicurezza acuita dall’evento del 29 dicembre e che ci ha indotto sin da subito a chiedere e sollecitare una più precisa presenza dei sindaci in rappresentanza dei cittadini che vivono nei territori limitrofi alla diga e che quindi sono più direttamente interessati dai problemi legati alla sicurezza stessa.

Gli assessorati di Umbria e Toscana ci hanno dato ampia disponibilità su questo punto _ concludono Buschi e Falaschi _ Attendiamo che vengano definiti attraverso lo Statuto, le funzioni specifiche dell’ ente o del futuro comitato di sorveglianza. In ordine ai risultati delle perizie, prendiamo atto di quanto sostenuto dagli esperti ed auspichiamo che vengano effettuati controlli su tutta la diga, come pare siano già stati messi in atto. Sollecitiamo infine interventi rapidi per il ripristino delle zone compromesse dall’evento dal 29 dicembre ed in quelle ritenute non adeguate».

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