“In occasione della campagna elettorale per le elezioni amministrative nel Comune di Todi abbiamo rilevato l'eccessiva presenza della presidente della Regione, Catiuscia Marini a sostegno della coalizione e del candidato sindaco del centrosinistra”. Così in una interrogazione diretta alla stessa presidente Marini, i consiglieri regionali del PdL, Massimo Monni e Andrea Lignani Marchesani, i quali hanno ribadito come “il ruolo di presidente della Regione assume una valenza istituzionale che non può immiserirsi in una costante presenza politica in un Comune, per quanto importante, come Todi”.

“La presidenza della Giunta regionale – ha ribattuto Catiuscia Marini - non è un organo di garanzia, ma di governo e come tale è espressione anche di una maggioranza politica. Svolge quindi una funzione istituzionale, ma anche politica. Mi considero – ha detto - anche un esponente politico del centrosinistra e del mio partito (Pd), così come i colleghi presidenti di tutte le Regioni italiane. Anzi, alcuni di essi, di regioni a noi vicine, hanno promosso anche liste personali con candidati sindaci. Da sempre il presidente della Regione, come tutti gli altri esponenti politici del Consiglio e della Giunta regionale partecipano alle campagne elettorali. Ho ritenuto di partecipare, comunque, alle iniziative di tutti i Comuni umbri che sono andati al voto. Ho quindi partecipato attivamente anche alla campagna elettorale di Todi pensando, peraltro, di non nuocere al candidato sindaco del centrodestra, che in data 16 febbraio 2012 ha rilasciato al quotidiano 'La Nazione' la seguente dichiarazione: 'a far campagna elettorale viene anche Catiuscia Marini, per me è meglio, più c’è lei più ci guadagno io'. Credo quindi di avere dato una mano anche al candidato
del centrodestra”.

Nella sua replica, Monni ha rimarcato come sia “facile leggere quell’intervista il giorno dopo lo spoglio. Continuiamo a ritenere che la presenza della Presidente della Regione nella città di Todi – ha rimarcato
- sia stata eccessiva rispetto ad altre città che andavano al voto. Sarebbe stato opportuno un comportamento più equo”.

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