di Elio Clero Bertoldi

PERUGIA - Questa tela ha per titolo “Proserpina” ed é stata realizzata dall’inglese di famiglia italiana Gabriel Dante Rossetti (1828-1882).
La latina Proserpina (Persefone nella mitologia greca), figlia di Zeus e di Demetra, fu rapita da Ades e portata nell’Averno di cui divenne signora. Per decisione del padre la dea - secondo il mito - trascorreva otto mesi sulla terra con la madre e quattro col marito nel mondo sotterraneo.
Rossetti scelse per rappresentare la regina dell’Averno, Jane Burden in Morris (1838-1914) con la quale allacciò una relazione durante la malattia della moglie Elisabeth Siddal, poi morta suicida.
Contrariamente a “Lizzie”, la consorte, dalla capigliatura color rame, Jane aveva capelli ed occhi nerissimi. 
Indigente e figlia di uno stalliere, si acculturò (in letteratura italiana e francese ed in musica, quale pianista) dopo essere entrata nel giro della confraternita dei Preraffaelliti, come modella prima e poi come moglie (nel 1859) di William Morris, altro pittore del movimento artistico. 
Anche se a scoprirla era stato proprio Rossetti, che l’aveva incontrata, del tutto casualmente, a teatro. 
Il marito l’aveva ritratta nelle vesti della principessa medioevale de “La belle Isotte”, Rossetti la dipinse come Proserpina. 
Jane nel 1884 incontrò il poeta Wilfrid Scawen Blunt, con cui coltivò un legame durato una decina di anni. Rimasta vedova nel 1896, la Morris morì, a 75 anni, nel 1914.
Oltre che da Rossetti e dal marito, fu ritratta anche da Edward Burne-Jones e Evelyn De Morgan.

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