Minelli (Idv) replica a Ridolfi di Assocave: "I numeri gli danno torto"
Risultano a dir poco esagerate le recenti dichiarazioni dei cavatori umbri, i quali si ritengono vittime di un massiccio attacco mediatico costruito principalmente su illazioni. E' il caso di Raul Ridolfi, direttore di Assocave Umbria, che accusa, tra gli altri, il Corpo Forestale di Stato di accanimento nei confronti del settore.
Ridolfi tira in ballo marginali aspetti come i rilasci di autorizzazione e le onerose garanzie finanziarie annesse. In realtà l’Italia detiene il primato di Paese produttore e consumatore di cemento (34.400 tonnellate all’anno) in controtendenza rispetto al resto d’Europa. Enorme il volume dell'attività estrattiva, in particolare di inerti e calcari, destinati per l’80% alla produzione di cemento.
Di contro, i canoni di estrazione sono vergognosamente bassi: il totale nazionale delle concessioni pagate ammonta a circa a 36 milioni di euro, mentre il totale degli introiti è di 1 miliardo e 150.000 milioni di euro. Con i parametri britannici lo Stato italiano avrebbe ricevuto oltre 267 milioni di euro.
Rispetto all'Umbria lo scorso anno sono stati estratti 547.000 metri cubi solo di ghiaia e sabbia, pari a 205 euro. Se si fossero applicate le tariffe delle regioni limitrofe avremmo ottenuto all’incirca i seguenti introiti: Toscana 251 mila euro, Emilia 311 mila euro, Marche 388.000 euro. Applicando i canoni della Gran Bretagna avremmo incassato 1.164.279 euro.
Per questo sarebbe bene che la Regione aumentasse i canoni di estrazione e le tasse del conferimento dei rifiuti edilizi in discarica, incentivando il recupero dei materiali di scarto da costruzione e demolizione, così come avviene in Danimarca, dove il 90% del fabbisogno è coperto dal recupero dei materiali di scarto.
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