di Alfonso Gianni 

Le sentenze si commentano eccome. Chi dice il contrario è un nemico della giustizia. Quella che condanna Mimmo Lucano è un obbrobrio, che Marco Revelli più finemente definisce "il capovolgimento kafkiano della realtà". I giornali di destra, come Libero e il Tempo, gongolano e definiscono l'obbrobrio come "la sentenza che inchioda Lucano e la sinistra". A loro si unisce, guarda caso, il supergiustizialista Marco Travaglio che scrive "accusati di essere troppo cattivi con Mimmo Lucano, dalle motivazioni della sua condanna scopriamo di essere stati troppo buoni". Nulla gli dicono le dimissioni del prefetto Michele di  Bari, il primo ad accusare Mimmo Lucano. la cui moglie utilizzava in una ditta agricola di cui è amministratrice, migranti reclutati attraverso i caporali. Cattivo giornalismo o miseria umana? Fate voi. Sta di fatto che con Mimmo si condanna il modello Riace di integrazione e di recupero del territorio. Quello che dobbiamo difendere come esempio di una possibile e praticabile alternativa alle politiche dominanti.

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