PERUGIA - ''Grave preoccupazione'' per le anticipazioni di stampa relative al mancato inserimento nel decreto milleproroghe delle disposizioni relative ai sacchetti biodegradabili e' stata espressa dalla presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini.

''Rivolgo un forte appello al presidente del Consiglio Mario Monti - ha affermato la Marini - affinche' il decreto recuperi nell'immediatezza delle prossime ore i contenuti normativi inopinatamente esclusi, restituendo alla chimica umbra come a quella d'intero Paese prospettive industriali, occupazionali e di sostenibilita' ambientale in coerenza con il disegno complessivo della crescita del Paese''.
''E' del tutto evidente
- ha spiegato la presidente - che mentre la Regione e le istituzioni locali a stretto contatto con gli uffici del ministero dello Sviluppo economico stanno lavorando per una rinnovata prospettiva industriale del polo chimico di Terni che deve trovare nella chimica verde e nei 'driver' della green economy gli assi portanti dello sviluppo futuro anche grazie alla prospettiva del coinvolgimento di importanti 'player' locali, i deficit di regolazione normativa, che la norma gia' inserita nel decreto superava, rischiano ora di impattare molto negativamente sul progetto complessivo''.

''Questo tra l'altro - ha proseguito - nell'imminenza dell'avvio della trattativa formale con Basell relativa alla cessione delle aree di proprieta' della multinazionale, rischia di generare ulteriori ritardi ed incertezze con ricadute immediate anche sul potenziale di sviluppo delle produzioni di Novamont''. ''Ulteriori elementi di preoccupazione - ha aggiunto Marini - derivano anche dalle positive ricadute occupazionali che lo sviluppo ulteriore delle produzioni di plastiche biodegradabili avrebbe gia' nell'immediato assicurato nel bacino industriale della chimica di Terni e che ora verrebbero messe in forse o quanto meno fortemente rallentate o ridimensionate''.
Sulla stessa lunghezza d'onda il sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo, che da parte sua ha ricordato che si tratta di una ''misura che era stata annunciata il 23 dicembre scorso e che e' particolarmente attesa dal nostro territorio per gli effetti positivi sui progetti di sviluppo della chimica verde nel Polo ternano''. ''Se cosi' fosse - aggiunge Di Girolamo in una nota - cio' contraddirebbe affermazioni pubbliche fatte nei giorni scorsi da esponenti del Governo che ne annunciavano l'inserimento nel decreto stesso''.
Il sindaco spiega inoltre di essere impegnato in queste ore in un approfondimento dei termini della questione ''sollecitando il mantenimento di un impegno che e' fondamentale sia per Terni che piu' in generale per le imprese innovative che nel nostro Paese sono interessate alle produzioni ambientalmente compatibili''. ''Mi auguro - conclude Di Girolamo - che tutto sia frutto di un malinteso e che in ogni caso, nell'iter parlamentare di discussione e di approvazione del milleproroghe, la norma venga definita cosi' come annunciata nei giorni scorsi''.
Da parte sua l'on. Carlo Emanuele Trappolino (Pd) si è così espresso: Non c’è traccia di "green economy" tra gli articoli del cosiddetto “mille proroghe”. Secondo i ministri Passera e Clini il decretone avrebbe invece dovuto contenere le nuove disposizioni in materia di sacchetti biodegradabili secondo la norma europea EN13432. Ma nel testo pubblicato questa mattina su “Il Sole 24 Ore” non c’è traccia. Tuttavia, le nuove norme erano state approvate dal Consiglio dei Ministri del 23 dicembre. Un risultato ritenuto dal Ministro dello Sviluppo e dell’Ambiente decisamente positivo, tale da indurre Passera e Clini a diramare un comunicato congiunto con cui si spiegavano le motivazioni della misura adottata, cioè di “accelerare il percorso già in atto per orientare i consumatori verso prodotti ambientalmente sostenibili, e insieme dare impulso allo sviluppo della ‘green economy’, che può rappresentare un settore trainante della crescita”.
La soppressione dell’articolo sulla biodegradabilità, secondo le associazioni degli ambientalisti, sarebbe conseguente alla pressioni di alcune lobby sul governo. Può darsi. C’è ora da chiedersi se assieme alla norma sparisca anche l’ impulso allo sviluppo della “green economy”. Saperlo, per regioni come l’Umbria e città come Terni non è cosa da poco poiché proprio dai progetti connessi alla chimica verde si attendono soluzioni per superare la crisi del polo chimico ternano e per riaprire una nuova fase di sviluppo industriale.
E sarebbe veramente sconcertante sapere che tale inibizione possa essere stata subita da ministri tecnici ai quali è stato chiesto di decidere non in vista della prossima campagna elettorale ma per fare il bene dell’Italia. Non del paese delle lobby ma di un’Italia che vuole crescere e liberarsi dai mille ricatti delle rendite.
Il mio auspicio è che questo incidente possa essere rapidamente emendato".

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