Migrazioni/ La Cgil a Gualdo Tadino per legare il passato al presente
GUALDO TADINO - Un lungo filo che si estende nello spazio e nel tempo e collega Marcinelle, in Belgio, a Lampedusa, in Sicilia. Due luoghi segnati, in epoche diverse (1956 e 2013), da tragedie immense, una sottoterra e una in mare. Tragedie differenti, ma simili nelle dimensioni (centinaia di vittime) e identiche nella condizione che accomunava tutte le vittime: l’essere migranti. Questo lungo viaggio simbolico oggi ha fatto tappa in Umbria e più precisamente a Gualdo Tadino, dove è custodita larga parte della memoria dei fenomeni migratori che hanno riguardato la regione. Proprio qui, nella splendida cornice del teatro Talia, la Cgil di Perugia ha voluto chiamare oggi (16 dicembre) lavoratrici e lavoratori di tutta la provincia, insieme a rappresentanti istituzionali e ospiti internazionali per riallacciare quel filo che collega il passato al presente e cercare di “immaginare un futuro migliore”.
Un appuntamento fortemente voluto dal sindacato, anche in vista della Giornata internazionale del migrante (18 dicembre), per continuare sul solco del dialogo con l’Europa tracciato in questi anni e favorire l’incontro tra due luoghi della memoria: il Museo Regionale dell’Immigrazione dell’Umbria (intitolato a Pietro Conti, già segretario Cgil) e il Museo di Marcinelle, che conserva il ricordo di una delle più grandi stragi sul lavoro di migranti, quasi tutti italiani.
“Il tema dell’accoglienza in Italia e in Europa deve partire dalla constatazione che in poco più di 50 anni siamo passati dall’essere terra di emigrazione a luogo di arrivo e transito di migliaia di nuovi poveri e disperati”, ha detto nel suo intervento Filippo Ciavaglia, segretario generale della Cgil di Perugia. La memoria del passato, per la Cgil, è dunque uno strumento fondamentale, anche perché la direzione della storia non è irreversibile: “I dati Istat – ha aggiunto Ciavaglia - ci dicono che circa 140mila giovani italiani nel 2016 sono stati costretti a migrare in altri paesi, in cerca di opportunità lavorative e di realizzazione personale”. E l’Umbria non è certo immune al fenomeno: nel 2015 - ha sottolineato Mario Bravi, presidente dell’Ires Cgil Umbria - sono stati 8.478 gli umbri che si sono cancellati dalle anagrafi dei comuni regionali per trasferirsi altrove, di questi 2.241 sono emigrati all’estero (la metà sono giovani sotto i 39 anni).
E allora, il nocciolo della questione, per la Cgil, è quello di creare condizioni perché questi giovani possano restare nei loro territori, avendo una speranza di futuro e al contempo di garantire ai migranti provenienti da situazioni economiche e sociali molto peggiori (che peraltro stanno diminuendo) gli stessi diritti e le stesse opportunità.
All’iniziativa della Cgil di Perugia, accompagnata da un’esposizione di materiale fotografico e di archivio del disastro di Marcinelle (8 agosto 1956), hanno partecipato tra gli altri Gloria Sabatini, vicesindaca di Gualdo Tadino, Vincenzo Sgalla, segretario generale della Cgil Umbria, Luca Barberini, assessore regionale al Welfare, Jean Louis Delaet, direttore del museo di Marcinelle in Belgio, Catia Monacelli, direttrice del Museo regionale dell’Immigrazione, Anna Rita Farneti, dell’Arulef (Associazione regionale umbra lavoratori emigrati e famiglie), Costanza Spera, Unione degli Universitari dell’Umbria e Nina Daita, Cgil nazionale. Presente anche un nutrito gruppo di rifugiati ospitati in Umbria.
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