Mez - Dal Sun ai tabloid il secondino che chiedeva ad Amanda di parlare di sesso
PERUGIA - Nel carcere di Capanne a Perugia, Amanda Knox fu ripetutamente sollecitata a parlare della sua vita sessuale da un secondino. Lo scrive lei stessa nel diario dei quattro anni di prigione, di cui stanno uscendo i particolari anche sulla stampa britannica. "Sono rimasta scandalizzata quando ho capito che voleva parlare di sesso", scriveva l'americana, che nella notte è rientrata negli Stati Uniti, dopo la sentenza di appello che l'ha assolto dall'accusa di aver ucciso Meredith Kercher.
"Era fissato con l'argomento 'sesso': con chi l'avessi fatto, quanto mi piacesse". La Knox racconta che l'uomo la chiamava spesso in un ufficio vuoto a tarda notte per "chiacchiere"; e aggiunge che era "sorpresa e scandalizzata" dalle sue "provocazioni". "Quando ho capito che voleva parlare con me di sesso, ho tentato di cambiare argomento".
L'uomo, di cui il Sun non rivela l'identita' (ma il suo nome e' stato rivelato da un altro organo di informazione) e' stato avvicinato da un cronista del tabloid e ha ammesso di aver chiesto alla ragazza quanti fidanzati abbia avuto, sostenendo pero' che "era sempre lei che cominciava a parlare di sesso".
Secondo la ragazza, l'uomo la accompagnava anche a tutte le visite mediche in prigione e lei si convinse che le faceva domande come una forma di provocazione per verificare il suo stato mentale: "Capisco che voleva mettermi alla prova per verificare se reagissi male, per capire la mia personalità. Voleva anche sapere con chi andassi a letto, probabilmente per dare alla polizia altri nomi di sospetti".
Nel suo racconto delle giornate in prigione a Perugia, Amanda rivela anche che, pochi giorni dopo il suo ingresso, le fu detto che era positiva all'Hiv; e dovette aspettare altre due settimane prima che un altro test risultasse negativo.
Netta la smentita dell'agente accusato dai media:
Il vicecapo Raffaele Argiro, ha ammesso che era presente al primo test Aids a cui venne sottoposta la Knox nonostante questo fosse contro la legge sulla privacy. ''I medici - si e' difeso - mi hanno voluto li' in caso di reazione violenta''. ''Non e' assolutamente vero nulla di tutto questo'' ha replicato all'ANSA Argiro. ''Cosi' come non e' assolutamente vero - ha aggiunto - che ho confermato queste cose al Sun''.
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