L'ora della verità per la Merloni è infine scoccata ed il risveglio è stato brusco. Solo una politica debole ed interessata a solidarizzare perlopiù a ridosso delle elezioni, solo una maggioranza sindacale più preoccupata a sciacallare sulle tessere che a mobilitarsi veramente per i posti di lavoro, solo una società civile gelatinosa più attenta ai fronzoli televisivi che allo studio dell'economia e della società ed alla comprensione della realtà, potevano fingere di sperare di più di quanto sia emerso nelle uniche due proposte emerse durante il vertice al Ministero dello Sviluppo economico.

Scomparsi i cinesi, bene che vada, le proposte dell'iraniana MMD e della marchigiana QS prevedono il riassorbimento di soli 400 posti di lavoro in due anni sui 2300 attualmente occupati, la prima nell'intero perimetro aziendale, la seconda per una sua porzione nel fabrianese, con quali conseguenze per lo stabilimento di Colle e per i lavoratori umbri e gualdesi è facile da immaginare. Ed entrambi le proposte industriali, oltre ad elidersi a vicenda, si caratterizzano in ogni caso con dei limiti e delle opacità.

Avevamo atteso tanto prima di tornare a fare il punto su questa vicenda e l'avevamo fatto di volontà, non certo per attitudine menagrama ma per la convizione che un'azienda di elettrodomestici con quell'organizzazione, con quel processo produttivo, con quel prodotto, con quella logistica, con quel mercato e nel nuovo mercato globale non poteva certo rendersi d'improvviso appetibile e, soprattutto, anche nel caso di un suo acquisto e di una prosecuzione dell'attività produttiva nello stesso settore, non avrebbe mai potuto tornare ad essere quel che era stata per un ventennio.

Dopo la grande assemblea dell'8 novembre da noi organizzata a Gualdo Tadino proprio per sollecitare l'avvio di una nuova fase in questa vertenza, siamo intervenuti in tre sole occasioni. La prima per sottolineare la gravissima assenza del Governo pur al cospetto di due manifestazioni di interesse e per sollecitare un suo necessario intervento di vera politica industriale per favorire una loro concretizzazione capace di salvare il più possibile i posti di lavoro; la seconda per stigmatizzare il comportamento di un Presidente del Consiglio che, nel corso di una kermesse della PDL marchigiana a Fabriano, aveva telefonato e per dieci secondi aveva rassicurato sulla Merloni con il solito ghe pensi mi, un comportamento insopportabile che strideva così tanto proprio con la latitanza del suo governo in questa grande vertenza dell'economia e del lavoro; la terza per sottolineare positivamente i tentativi e l'intervento delle due Regioni che hanno provato a svolgere un ruolo attivo di protagonismo per facilitare gli investimenti, sempre nella latitanza di un governo che si è sbarazzato irresponsabilmente dei suoi compiti di politica industriale.

Proprio nel corso della partecipatissima assemblea del novembre dello scorso anno avevamo avanzato diverse proposte già consapevoli di un esito che è infine risultato così deludente ma altrettanto scontato. Proposte per un nuovo progetto industriale per la Merloni, a partire da una sua riconversione, per una nuova road map nella vertenza, per sbloccare immediatamente le risorse e gli strumenti previsti nell'accordo di programma tra Governo e Regioni.

Una piattaforma che, alla luce di questi ultimi avvenimenti, deve essere ripresa e rilanciata con forza, con determinazione e con il concorso di tutte le forze economiche, politiche e sociali della nostra Regione. Una piattaforma che, certamente, deve essere accolta e sostenuta da una mobilitazione unitaria e straordinaria delle lavoratrici e dei lavoratori. L'alternativa a questa scommessa si è finalmente e drammaticamente chiarita e significa la cancellazione di 1900 posti di lavoro.

La delusione di oggi non può dunque trasformarsi in rassegnazione: oggi non è più il tempo dei ritardi, dei silenzi, delle attese e delle sottovalutazioni. Si pretenda da subito e con forza una nuova strategia per salvare i posti di lavoro e per restituire un nuovo futuro produttivo al nostro territorio. Svolgano in questo senso un ruolo le due Regioni e richiamino il Governo alle sue responsabilità di politica economica ed industriale, non lasciando alla sola azione dei commissari il potere di valutazione e di decisione, ma si pretenda da esso un ruolo diretto e forte di intervento pubblico.

Svolgano in questo senso un ruolo le organizzazioni sindacali. La manifestazione del Primo Maggio organizzata dal Comitato dei lavoratori iscritti alla FIOM davanti ai cancelli dello stabilimento umbro diventi una manifestazione di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori della nostra provincia per l'assoluta preminenza economica e sociale di questa vertenza nel nostro territorio e per il suo alto valore simbolico. Lo sciopero generale del 6 maggio indetto dalla CGIL per 4 ore, si proclami in Umbria per l'intera giornata con l'obiettivo di imporre una nuova piattaforma per il salvataggio della Merloni.

Svolgano infine un ruolo in questo senso la politica e le istituzioni locali sollecitando anch'essi un nuovo progetto di insediamento industriale innovativo nell'area della Merloni e pretendendo anch'essi più risorse, indirizzi e scelte dal governo per il nostro territorio in termini di politica industriale, infrastrutture, ammortizzatori sociali, incentivi alla ricerca, all'innovazione, alla riconversione, al ricorso alle fonti rinnovabili di energia.

Lo scenario drammatico, di cataclisma economico e di massacro sociale, che si sta prefigurando nella nostra Città e nel nostro territorio alla luce delle notizie di questi giorni merita queste attenzioni e questi impegni. Dobbiamo però, purtroppo, constatare che esso stride con la rappresentazione della realtà e con il passo di un'Amministrazione locale che, nonostante ciò e nonostante la sua condizione moribonda di crisi politica, pensa a tutt'altro. Il 30 aprile celebrerà il 774° compleanno di Gualdo ed il Primo Maggio, la festa che dovrebbe essere delle lavoratrici e dei lavoratori, per la seconda volta nei due anni del suo mandato espelle completamente il Lavoro da questa giornata.

Per la sinistra per Gualdo
Gianluca Graciolini


 

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