di Nicola Bossi

PERUGIA - L'avvocato Luca Maori, difensore di Raffaele Sollecito, nel corso della sua arringa è tornato a battere, come già fatto sempre in primo grado, sulla certezza del killer unico di Meredith. "L'unico assassino di Meredith e' Rudy Guede. E' lui che è entrato nella stanza dalla finestra, che ha assalito Meredith; è sempre lui e' che l'ha accoltellata a destra e a sinistra, che ha perso una scarpa nel corso della colluttazione. E' Rudy che è andato nel bagno, è andato lungo il corridoio, ha lasciato l'impronta del piede. Poi è ritornato nella stanza di Meredith, appoggiando il coltello sul coprimaterasso, per frugare nella borsetta della ragazza inglese, lasciando infine la poverina agonizzante".

Maori punta il dito sulle richieste dell'accusa considerate paradossali: "se si pensa alla pena inflitta all'assassino Guede che è stato condannato a 16 anni per questo massacro che ha combinato, con tanto di attenuanti generiche. Mentre per questi poveri ragazzi  che non avevano fatto niente è stato chiesto l'ergastolo con isolamento diurno, è assurdo".

L'avvocato Maori ha chiesto alla Corte un'assoluzione piena per non aver commesso il fatto per Raffaele e Amanda dato che i"non c'e' stato alcun indizio e nessuna prova: tutte le indagini e anche la sentenza di primo grado sono fondate sul nulla".

Successivamente l'udienza e' stata aggiornata a giovedi', quando a parlare sara' la difesa di Amanda Knox. Da venerdi' spazio alle repliche. Da quanto spazio prenderanno queste ultime dipendera' se la sentenza arrivera' sabato o slittera' a lunedi'.

****************

PERUGIA - ORE 17 -  "Io credo che in questi anni si sia fatto un ritratto deformato di Amanda Knox, trasfigurandola, disegnandola come Jessica Rabbit, cioè  come un personaggio dominatrice, mangiatrice di uomini, ma in realtà Amanda non e' così: l'avvocato Giulia Bongiorno, legale di Raffaele Sollecito, è stata costretta ad una arringa quasi tutta incentrata non tanto sul suo assistito, ma sulla figura di Amanda Knoz che per il teorema dell'accusa è la mente che ha trascinato dietro Raffaele e Rudy.

"Siccome su Sollecito, di fatto, sono state scaricate le prove che erano state raccolte verso Amanda Knox, ovviamente ho dovuto parlare di lei. Io credo che soltanto con questa immagine della Venere in pelliccia - ha detto il legale -, un personaggio della letteratura decadente della donna crudele che con una frusta fa fare all'uomo quello che vuole, si ritrae quello che l'accusa ha voluto attribuire ad Amanda e Raffaele. Queste sono immagini distorte, vissute per quattro anni nell'immaginario collettivo. Io credo, invece, che con la perizia, nel momento in cui si e' sgretolata l'unica prova che veniva prospettata nei confronti di Sollecito, improvvisamente ci troviamo davanti una giovane coppia di ragazzi che si vogliono bene e che si scambiano tenerezze, che si baciano con il bacio eschimese e che non sono ossessionati dal sesso".Un legame non morboso dunque ma da ragazzini alla ricerca del piacere ma anche delle coccole e del come diventare adulti lontani entrambi dalle rispettive case:  "Mi ha fatto impressione vedere in questi anni la tenerezza che c'è tra i due. Quel braccialetto in cui c' è scritto Amanda secondo me dimostra che il loro è stato un legame tra due ragazzini. Ecco perchè quando leggevo nelle pagine della sentenza che questi due erano ossessionati dal sesso, mi rendevo conto, conoscendoli, della distanza tra i due imputati seduti al banco e quelli raccontati nella sentenza e mi sembrava veramente che nella sentenza c'era un cartone animato".

Secondo l'avvocato Bongiorno Amanda è stata rinventata come Jessica Rabbit per dare un senso a quel movente: "che era il festino a luci rosse dove una ragazzina che coinvolgeva il fidanzato in una orgia e gli faceva fare quello che voleva. Raffaele non aveva nulla a che fare con quell'ambiente, con Rudy, e allora serviva un donna dominatrice".

'Promossa a pieni voti l'arringa dell'avvocato Giulia Bongiorno dal padre di Raffale Sollecito: "Ha raccontato la verità su cosa è successo quella notte. Un intervento eccellente chiaro, semplice ed esaustivo''.

**********************

PERUGIA -  È iniziata l'arringa dell'avvocato Giulia Bongiorno, legale di Raffaele Sollecito, nell'ambito della fase conclusiva del processo sulla morte di Meredith Kercher. In aula, come sempre, sono presenti gli imputati Amanda Knox e per l'appunto il ragazzo pugliese di Giovinazzo. L'arringa della Bongiorno è stata incentrata in questa prima parte sulle pressioni che avrebbe subito Amanda Knox nel corso dell'interrogatorio del 5 novembre 2007 dove accusò Patrick Lumumba e involontariamente se stessa, affermando "di essere presente nella casa quando Patrick uccise Meredith".

"Esistono molti studi sulle false confessioni ha spiegato la Bongiorno -: ci sono quelle volontarie, quelle forzate o quelle interiorizzate. Noi ci troviamo di fronte a quest'ultimo caso che, secondo gli studi di criminologia, avviene quando l'indagata messa sotto pressione, privata della giusta serenità nel rispondere e con attorno persone non terze si autoconvince di aver fatto qualche cosa". L'avvocato di Raffaele Sollecito analizza il contesto dell'interrogatorio con falsa confessione di Amanda: "Quando parlo di persone non distaccate - ha aggiunto l'avvocato Bongiorno - lo dico con prove certe. Infatti dalle intercettazioni telefoniche a carico di Sollecito e famiglia, effettuate nei brogliacci direttamente dagli stessi investigatori dell'interrogatorio, emergono degli appunti personali che definisco le pagine nere di questo processo. E mi spiego meglio: nelle telefonate a carico della famiglia Sollecito si usano termini come 'sono delle vipere', 'sono delle stronze', 'riderà bene chi riderà per ultimo', 'sono delle cretine'. Affermazioni scritte direttamente da chi indaga. E a questo punto ci dobbiamo chiedere: sono veramente distaccate dalle tesi sia dell'accusa che della difesa?".

 L'avvocato Giulia Bongiorno, sempre al riguardo del contestato interrogatorio del 5 novembre del 2007 che produsse una sorta di confessione di Amanda Knox, ha spiegato che quella notte: "Gli investigatori non sentirono la necessità di permettere ad Amanda di avvisare il proprio legale" e inoltre si è puntato il dito sulla figura di una traduttrice "che per sua ammissione negli interrogatori ammise di non effettuare un compito di traduzione modello macchinetta ma di interpretare e deviare le necessità della persona interrogata; un aspetto questo totalmente fuorviante soprattutto per una ragazza che non conosce la lingua e si trova di fronte ad un caso di omicidio".

L'altro passaggio importante dell'arringa dell'avvocato Bongiorno è stato sul movente dell'omicidio attribuito ad Amanda, Raffaele Sollecito e Rudy Guede nella sentenza di primo grado.
"Non si capisce se alla base dell'omicidio c'è una orgia finita male o addirittura perché Amanda e Raffaele furono semplicemente disturbati da Meredith quella sera. Vi leggo un passaggio della motivazione della sentenza: Rudy uscito dal bagno viene colpito dalle vibrazioni sessuali della casa, dato che Amanda e Raffaele si trovano nella loro stanza e Meredith nella propria. A quel punto Rudy Guede decide di andare da Meredith, non si sa se spinto dai due ex fidanzati o per proprio conto, per poter mettere in atto degli approcci sessuali. Il rifiuto in maniera deciso di Meredith avrebbe creato un disturbo nella stanza accanto e quindi Amanda e Raffaele hanno spalleggiato Rudy fino addirittura a diventare gli assassini della ragazza inglese. Una situazione paradossale, senza testimoni diretti e dove non si capisce se il movente è il sesso o il semplice disturbo della quiete di coppia di Amanda e Raffaele".

Sulla centralità di una Amanda mangiatrice di uomini e affamata di sesso l'avvocato Bongiorno cita i suoi diari smentendo questa fama ormai mediatica sulla ragazza americana. "Nei diari si dovrebbero rintracciare pagine e descrizioni della presunta morbosità sessuale di Amanda. Ma invece leggendo il diario si evincono soltanto due giochi neanche erotici di cui la coppia sembra non poterne fare a meno: il cosiddetto bacio esquimese, ovvero lo sfregare il naso del partner con il proprio, e il gioco delle boccacce che secondo Amanda si espleta guardandosi negli occhi e vincerebbe il primo che sorride. Questi aspetti dimostrano anche la non malizia nei famosi abbracci in Questura da parte dei due ex fidanzatini che invece erano stati catalogati dagli inquirenti come morbosità sessuale, invece che semplici tenerezze e anche date le circostanze abbracci che tendevano a rassicurare entrambi".

 

Condividi