PERUGIA - Nell'ordinanza con cui la Corte di assise di appello di Perugia ha stabilito la riapertura dell'istruttoria dibattimentale nel processo di appello in corso per Amanda Knox e Raffaele Sollecito e ha disposto una nuova perizia genetica sul coltello e sul cancetto di reggiseno, i giudici fanno riferimento all'articolo 533 c.p.p. (pronuncia di condanna soltanto se l'imputato risulta colpevole del reato contestatogli al di la' di ogni ragionevole dubbio").

"Il rispetto della regola posta dall'articolo 533 c.p.p, - scrivono i giudici - non consente di condividere totalmente la decisione della Corte di assise di primo grado circa le richieste istruttorie formulate dalla difesa degli imputati". "La individuazione del Dna su alcuni reperti e la sua attribuzione agli imputati risulta, invero, particolarmente complessa per la obiettiva difficolta' da parte di soggetti non aventi conoscenze scientifiche di formulare valutazioni ed opzioni su materie particolarmente tecniche senza l'ausilio di un perito di ufficio".

Quindi, secondo la Corte, "la necessita' di disporre una perizia d'ufficio" che sara' affidata al professore Stefano Conti e alla professoressa Carla Vecchiotti, dell'Istituto di medicina legale dell'Universita' La Sapienza di Roma. L'incarico agli esperti sara' conferito nella prossima udienza in calendario, quella del 15 gennaio prossimo.

Secondo i giudici la nuova perizia dovra' stabilire "a chi appartengono i profili genetici rilevabili sui reperti (coltello e gancetto) o, diversamente, spiegare perche' non e' possibile tale attribuzione". Il Collegio, quindi, dovra' verificare "se e' possibile, mediante nuovo accertamento tecnico, l'attribuzione ed il grado di attendibilita' dell'eventuale attribuzione del Dna presente sui reperti" e, se non sara' possibile procedere a un nuovo accertamento tecnico, valutare "in base agli atti, il grado di attendibilita' degli accertamenti genetici eseguiti dalla polizia scientifica sui reperti suddetti, con riferimento anche ad eventuali contaminazioni".

In merito poi, all'ascolto di nuovi testimoni, i giudici hanno ammesso che vengano sentiti quattro nuovi testi, in relazione all'apertura delle discoteche del perugino la notte in cui Meredith Kercher e' stata uccisa e di altri tre in merito al servizio navetta prestato la notte tra il primo e il due novembre del 2007, con partenza da Piazza Grimana. La Corte si e' quindi riservata di decidere in ordine alle altre richieste istruttorie.
 

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