Mercato del lavoro. La realtà e la finzione
di Francesco Piccioni - Andrea Fabozzi
Bersani canta vittoria, il governo finge di aver ceduto qualcosa, Confindustria protesta perché voleva di più. In realtà è un gioco delle parti. Il lavoratore diventa licenziabile a volontà, salvo "indennizzo".
La recita è stata organizzata con cura. Monti e Fornero in vonferenza stampa ad assicurare che "lo facciamo per i giovani e per l'equità", quando proprio i giovani escono confermati nella precarietà assoluta che li sta facendo invecchiare senza uno straccio di tutele e "certezza".
Per i lavoratori più anziani è un massacro senza precedenti storici, dai tempi di Bava Beccaris. Il licenziamento diventa sicuro se l'azienda scrive nella lettera "per motivi economici". Il ricorso al giudice resta alla fine di una corsa a ostacoli, ma se non vinci la causa perdi anche l'indennizzo. Quindi, è il consiglio dello Stato, "meglio se non lo fai". Gli ammotizzatori sociali si riducono a un Aspi di 12 mesi; se sei "fortunato", ossia ultra-55enne, per 18. Poi puoi anche morire in attesa di un'età pensionabile sempre più lontana perché - dicono - le statistiche ti hanno allungato "l'attesa di vita". Così il governo tecnico ha pensato bene di accorciartela.
La filosofia di fondo è: devi lavorare sempre, fino alla morte, senza certezze e senza (quasi) indennità sostitutive. Così sperano di avre un branco di lavoratori poveri, ricattabili, malleabili, usa-e-getta, come una materia prima riproducibile qualsiasi.
Insopportabile, in questo quadro, il coro fetente e ipocrita dei partiti politici parlamentari (fatte salve le sparate di un giorno dei soliti dipietristi). Cui sembra credere persino qualche giornalista de "il manifesto" più incompetente della media. O con l'occhio al prossimo lavoro, visto che quel giornale è in liquidazione coatta amministrativa e, purtroppo (perché ci sono anche giornalisti ottimi, che citiamo di frequente) dato per vicino alla chiusura.
Fonte: contropiano.org
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