PERUGIA - “La ristorazione scolastica costituisce lo strumento prioritario per promuovere salute, educare ad una corretta alimentazione e veicolare buone abitudini ambientali ed è considerata a tutti gli effetti un momento didattico ed educativo di primaria importanza. Per questi motivi è necessario che le linee guida per la refezione scolastica che la Asl 1 sta elaborando abbiano validità regionale e siano il frutto di un lavoro condiviso e collegiale in grado di coinvolgere tutti i soggetti a vario titolo interessati". Con queste parole Oliviero Dottorini (capogruppo Idv), torna sulla questione delle mense scolastiche, a poche settimane dalla presentazione di un’interrogazione alla Giunta regionale in cui si sollecita la predisposizione delle linee guida regionali per la refezione scolastica e il coinvolgimento partecipativo di dietisti e nutrizionisti, pediatri, medici di famiglia, insegnanti e dirigenti scolastici, genitori, personale addetto alla preparazione, agricoltori e trasformatori.

Dottorini, che nella sua nota fa riferimento anche alla carica da lui ricoperta come presidente dell'associazione “Umbria migliore”, rileva poi che “Nonostante sia sempre più acuta la sensibilità di gruppi e comitati di genitori che si mobilitano su questa tematica, la realtà della refezione scolastica in Umbria non dispone ancora di una mappa completa e aggiornata sulla consistenza delle strutture, delle risorse, delle metodologie organizzative. Eppure l'obiettivo prioritario della ristorazione scolastica - prosegue - è promuovere salute ed educare ad una corretta alimentazione e ad un salutare stile di vita”.

“Per raggiungere questi obiettivi è necessario – per Dottorini -  che ci sia reale interazione fra tutti i soggetti coinvolti e in questo senso le linee guida costituiscono uno strumento gestionale-organizzativo di fondamentale importanza. Nel Decreto scuola, fra le azioni previste per la tutela della salute, si afferma esplicitamente che nelle gare d’appalto per l’affidamento e la gestione dei servizi di refezione scolastica, si dovrà prevedere un’adeguata quota di prodotti agricoli ed agroalimentari provenienti da sistemi di filiera corta e biologica. Ci aspettiamo che le linee guida della Regione Umbria facciano tesoro di queste raccomandazioni e individuino le modalità affinché nei pasti dei bambini ci siano quantità altissime di  alimenti  biologici e a chilometri zero”.

Secondo il consigliere regionale, “la ristorazione scolastica costituisce un momento fondamentale di educazione a buone pratiche sostenibili e, in questo senso, sostituire le stoviglie in plastica con il coccio o materiali riciclabili significherebbe abituare i nostri bambini fin dall'infanzia a ridurre sprechi, a limitare la produzione di rifiuti ed al riuso. Prevedere, inoltre, nelle gare di appalto – ha aggiunto - un canale prioritario per i prodotti del commercio equo costituirebbe un’ importante occasione per indirizzare le giovani generazioni verso un modello di vita e di sviluppo più sostenibile e solidale”.

“Ci preme ricordare che l'Umbria – rimarca anche Dottorini - dispone di norme di assoluta avanguardia in materia. Dal 2008 è infatti in vigore una legge regionale sulla promozione degli acquisti pubblici ecologici e l’introduzione di aspetti ambientali nelle procedure di acquisto di beni e servizi delle amministrazioni pubbliche, che ha come obiettivi prioritari quelli di ridurre gli impatti ambientali dei prodotti e servizi utilizzati dalle amministrazioni pubbliche, ridurre il consumo di risorse naturali non rinnovabili e la produzione di rifiuti, incentivare l'utilizzo di materiali recuperati o riciclati post-consumo. E fra gli ambiti di intervento – conclude Dottorini - c'è proprio quello della ristorazione”.

 

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