Scopo di questo post non e' quello di stare al confronto di giornata.
Piuttosto tentare - sia pure in forma breve - di andare un po' piu' a fondo nella riflessione.
Senza "sedersi" insomma sul chiacchiericcio mediatico che imperversa.
BILANCIO DEL GOVERNO O BILANCIO DELLE OPPOSIZIONI ?
Se dopo due anni il consenso del governo resta intatto.
Il vero bilancio va fatto sulle opposizioni.
Come si sono interrogate sul fatto che la maggioranza degli elettori andati al voto, in particolare i ceti popolari, hanno votato a destra?
Se dopo due anni il governo, pur tra tante sgrammaticature ed errori, mantiene ancora il consenso di partenza sara' il caso di gridare meno allo sfascio del Paese e di riflettere invece sulla efficacia delle opposizioni ?
La politica, sappiamo, nel nostro tempo ha ammainato le vele lasciando ogni spazio ai grandi poteri globali di economia e finanza.
E', ovviamente, un fenomeno planetario, almeno di tutto quello spazio che un tempo definivano occidente.
Non conosco bene la situazione di altri Paesi, anche se a occhio mi pare che anche grandi nazioni come Francia e Germania stiano soffrendo.
So pero' che da noi questo fenomeno ha aperto spazi che, quasi fisiologicamente, sono stati riempiti da altri poteri.
POLITICA E MAGISTRATURA
Per quel che riguarda, in particolare, il rapporto tra politica e magistratura la storia va avanti almeno dagli anni del terrorismo.
Ha origine lì quella sorta di stato di eccezione che delega alla repressione penale un fenomeno a suo modo anche sociale, esaurito il quale non c'e' il ritorno del penale nel suo alveo.
Poi le emergenze di mafia e criminalita' organizzata.
infine la cosiddetta tangentopoli.
Lì la politica tutta - in parte anche a ragione - finisce sotto processo da parte di un potere giudiziario che tende, suo malgrado, ad autoinvestirsi di una funzione educativa e morale che, nei sistemi democratico - liberali, non e' propria della funzione giurisdizionale.
Forse la vera colpa grave del ciclo berlusconiano sta a ben vedere proprio qui.
Avere con astuzia utilizzato strumentalmente questo dato oggettivo per reagire in realta' ad un esercizio di quella funzione che ne minacciava gli interessi.
L'INEFFICACIA DELL'OPPOSIZIONE DI IERI E QUELLA DI OGGI
La fragilita' e la inefficacia della opposizione odierna arrivano direttamente da quella fase lì.
L'antiberlusconismo di quegli anni ha inferto alle sinistre un colpo piu' duro e duraturo delle sconfitte elettorali.
L'opposizione politica e sociale, stravolgendo la propria identita' e i propri lineamenti, spesso si e' presentata come una caricatura del sistema penale.
Danneggiando in questo modo se stessa e anche l'ordinamento giudiziario italiano.
Sistema giudiziario che, non a caso, ha via via assistito alla evaporazione di quel largo consenso popolare che fino a un certo punto gli era stato tributato.
Il problema della opposizione odierna sta nella tentazione - che mi pare stia crescendo - di replicare di fatto quello stesso impianto.
Una modalita' di opposizione sbagliata gia' in quella stagione.
Con la differenza peraltro che se in passato un certo giustizialismo antipolitico godeva di un consenso elevato oggi non e' piu' così.
PER UNA BREVE CONCLUSIONE
Piaccia o no, e certo non ci piace, nella percezione dell'elettorato - pur nelle compatibilita' che ogni governo ormai inevitabilmente finisce per rispettare (vincoli europei, giudizio dei mercati, alleanza atlantica) la destra sembra avere qualche anticorpo in piu' rispetto alle governance economiche e istituzionali che dirigono e orientano lo spazio globale.
Insistere a sinistra sulla fallimentare via tracciata non credo produrra' - come non sta producendo - nulla di buono.
Parimenti non c'e'da farsi troppe illusioni che si cambi davvero strada. 
Dovrebbero fare un cambio totale di paradigma che temo non faranno.
Mettere al centro il lavoro vivo, ricercandone la soggettivita' e una nuova capacita' di conflitto con la contemporaneita' del capitale.
Fronteggiare le destre non con ideologismo simil progressista e politicismo ma contendendogli palmo a palmo, nel lavoro odierno e nel moderno scenario globale, la presa sui ceti popolari.
Anche riconoscendo e rispettando la forza degli avversari piuttosto che sbeffeggiarli 24 ore su 24 come fossero dei pellegrini.
Per paradosso quel magistrato che ieri ha scritto quella frase certamente sbagliata e inopportuna, parlando della premier e del suo governo, a suo modo ha colto il segno.
Hanno un progetto insidioso, piu' o meno ha scritto, perché non sono animati da interessi personali ma da un preciso progetto ideale.
Ecco, difficile dire che sia lo stesso anche nel campo nostro.
 

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