In un articolato atto ispettivo, i consiglieri regionali del Partito
democratico Simona Meloni e Fabio Paparelli chiedono alla Giunta regionale
quali azioni si intendono intraprendere, in sinergia con il Ministero dello
Sviluppo Economico e le istituzioni locali, per garantire la continuità
produttiva dello stabilimento Treofan di Terni, per tutelare l’occupazione
dei lavoratori degli stabilimenti San Gemini e Amerino del gruppo Acque
minerali d’Italia e di quelli della Trafomec, alla luce della costituzione
della nuova società controllata “Trafomec Europe Tecnologies srl”, su
cui confluirà anche il ramo d’azienda di Tavernelle.

I consiglieri regionali del Partito
democratico Simona Meloni e Fabio Paparelli annunciano un’interrogazione
alla Giunta per sapere se “alla luce dei gravi ed irrispettosi
comportamenti tenuti dal gruppo indiano Jindal, quali azioni si intende
mettere in atto nell’immediato, in sinergia con il Ministero dello Sviluppo
Economico e le istituzioni locali, per garantire la continuità produttiva
dello stabilimento Treofan di Terni ed avviare quindi percorsi diversi dalla
messa in liquidazione, tali da consentire ai lavoratori di accedere alla
cassa integrazione straordinaria evitando così i licenziamenti”.
Nell’atto, Meloni e Paparelli chiedono di sapere anche “quali azioni si
intende mettere in atto a tutela dell’occupazione dei lavoratori degli
stabilimenti San Gemini e Amerino del gruppo Acque minerali d’Italia e
quali saranno le iniziative volte a favorire la produttività di un marchio
fortemente identificativo per la nostra regione e con un enorme
potenziale”. Inoltre, “quali degli strumenti intenderà mettere in campo,
in sinergia con il Ministero dello Sviluppo Economico al fine di
‘verificare’ la solidità del nuovo percorso di costituzione della nuova
società controllata, Trafomec Europe Tecnologies srl su cui confluirà anche
il ramo d’azienda di Tavernelle e di mettere in campo tutte le azioni
possibili a garantire lo sviluppo della produzione e il mantenimento
occupazionale dell’azienda. Infine, quali azioni di monitoraggio e di
indirizzo la Giunta sta mettendo in atto sulle differenti vertenze oggi
aperte in Umbria, a quali tavoli si sta partecipando e quali sono i contenuti
e gli esiti”. “In Umbria – si legge nell’atto – ci sono centinaia e
centinaia di lavoratori di aziende in crisi ancor prima che il Covid 19
diventasse l’assoluto protagonista, lavoratrici e lavoratori che da anni
vivono situazioni di stallo, di incertezza sul futuro e in balia di promesse,
spesso non mantenute, rinvii e cambi di proprietà. La situazione della
Treofan storico stabilimento chimico di Terni, ed i gravi ed irrispettosi
comportamenti tenuti dalla proprietà, il gruppo indiano Jindal, che dopo
anni in cui ha tenuto sotto scacco lavoratori, sindacati ed istituzioni
avanzando promesse sul rilancio del sito di Terni, il 5 novembre scorso ha
annunciato di voler chiudere lo stabilimento di Terni mettendo in
liquidazione la società Treofan Italy, tradendo così tutti gli impegni
assunti e dimostrando di aver compiuto un’azione meramente speculativa ai
danni dei 150 lavoratori e del territorio”. “La crisi del gruppo Acque
minerali d’Italia (AMI) – proseguono Meloni e Paparelli - che comprende
anche i siti di San Gemini e Acquasparta, è un’altra vicenda che si
trascina ormai da tempo e da cui dipende il futuro di circa 85 lavoratori.
Quando nel 2014 la Sangemini spa, già in sofferenza, fu acquistata dai
Pessina, l’azienda impiegava 130 persone, fatturava 16 milioni di euro e
imbottigliava quasi 200 milioni di litri di acqua all’anno. Il primo
bilancio passivo nel 2018, anno in cui avvenne la fusione tra la Sangemini
spa con la Norda spa e la Monticchio-Gaudianello spa e la creazione del
gruppo Acque minerali italiane. A quel punto l’azienda firmò un accordo
che prevedeva un piano di investimenti per ammodernare gli impianti e
rilanciare i marchi, ma il piano è rimasto sulla carta, le strategie
commerciali non hanno funzionato e l’unico strumento utilizzato dal gruppo,
per far fronte a un indebitamento molto più alto del fatturato, è stato la
cassa integrazione. Attualmente gli 85 lavoratori sono soggetti a rotazioni
di turni di cassa integrazione, con tagli evidenti sui salari e gli stipendi.
Nel frattempo, da luglio, la società, che ha debiti totali per circa 175
milioni (70 dei quali verso le banche), è finita in concordato preventivo e
ora si attende entro fine anno la presentazione di un piano concordatario al
Tribunale di Milano, in attesa del quale la società AMI ha annunciato
ristrutturazioni aziendali per tutti i siti del centro-sud. Inoltre è già
arrivata una formale manifestazione d’interesse per acquisire il marchio
San Gemini-Amerino, da parte della Holding romana che fa capo
all’imprenditore campano Francesco Agnello, che ha espresso nero su bianco
la sua volontà di acquisire la società, auspicando altresì che si tenga
conto della sua proposta al prossimo tavolo del Ministero dello Sviluppo
Economico”. “Si è aperta invece da qualche giorno – ricordano i
consiglieri del Pd - una nuova fase nella vertenza Trafomec di Tavernelle,
azienda che conta circa 100 lavoratori nel settore manifatturiero,
specializzato in trasformatori. Dopo le numerose iniziative di mobilitazione
messe in campo dai lavoratori, il 20 ottobre, a seguito di un incontro
presenziato dal presidente della società Xiangxiong Cao e i sindacati, è
stata annunciata la notizia della costituzione di una nuova società
controllata, di diritto italiano, dal nome Trafomec Europe Tecnologies Srl,
che sarà presieduta da Giancarlo Elia Valori, noto dirigente industriale
già alla guida, tra le altre cose, di Autostrade per l’Italia.
All’interno di questa nuova società confluirà anche il ramo d’azienda
che include il sito di Tavernelle, che con molta probabilità potrà contare
anche su una nuova direzione aziendale. Intanto i sindacati hanno rassicurato
i lavoratori sul pagamento degli ultimi tre stipendi arretrati entro la fine
dell’anno”. 

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