Rifondazione comunista di Perugia chiede nuovamente di fare piena chiarezza sulla morte di Aldo Bianzino avvenuta nell’ottobre 2007 presso il carcere di Capanne. Riteniamo che l’archiviazione del caso sia stato un errore soprattutto a fronte delle incongruenze e dei nuovi particolari che stanno emergendo a sostegno della tesi dei familiari di Aldo e dei legali. Occorre ricordare che la Procura di Perugia archiviò l’ipotesi di omicidio e accolse quella di morte per cause naturali, condannando una guardia carceraria ad un anno e mezzo, con pena sospesa per omissione di soccorso, falso ed omissione di atti d’ufficio. La vicenda ripropone il drammatico tema delle morti in carcere  e ciò sembrerebbe confermato anche dall’attuale dibattimento penale in cui sono emersi nuovi elementi medico-legali che riaprono uno scenario tale da escludere la morte per cause naturali.

Rifondazione comunista di Peruga ritiene che occorra riaprire il caso e ribadisce la necessità che si faccia luce sui numerosi profili di incertezza circa la ragione della morte di Aldo anche rispetto ai recenti sviluppi riportati da organi di stampa. Aldo è entrato in carcere in condizioni di salute ottimali e ne è uscito morto, in barba all’articolo 13 della Costituzione. Verità e giustizia per Aldo.

 

Marta Melelli, Segreteria Provinciale Prc-FdS Perugia

 

 

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