Mediazione culturale, quasi 500 interventi in un anno nella Usl Umbria 1
PERUGIA – In occasione della Giornata internazionale della diversità culturale, la Usl Umbria 1 rende noti i dati di attività del servizio di Mediazione culturale che da anni supporta in modo organico gli operatori sanitari nella gestione della relazione linguistica e culturale con gli utenti stranieri spesso molto lontano da noi per cultura e tradizioni. Solo nel 2018 il servizio, coordinato dallo Staff sviluppo qualità e comunicazione, ha portato a termine 491 interventi di mediazione culturale di cui 350 effettuati presso le sedi dei servizi, 141 prestazioni telefoniche e 51 traduzioni. In totale sono stati prese in carico 171 persone di cui 124 di sesso femminile e 35 richiedenti protezione internazionale. Gli utenti provengono da 31 paesi tra cui Cina (17%), Marocco (17%), Nigeria (11%), Albania (10%), Venezuela (9%), Romania (5%) e altre nazioni (33%). L’età media è di circa 38 anni.
Gli interventi hanno interessato principalmente l’area materno-infantile, le cure palliative in Hospice e la salute mentale. Nel 2018 37 donne sono state prese in carico da consultori e ospedali per essere accompagnate nel percorso nascita con l’ausilio delle mediatrici culturali. Per queste donne sono stati attivati 90 interventi di mediazione. Inoltre, al momento dell’ingresso dei pazienti nell’Hospice sono state attivate 39 richieste per mancata comprensione linguistica, al fine di dare una corretta informazione al malato e ai familiari e per offrire sostegno nella fase terminale della malattia. Infine, per quanto riguarda il Centro Salute Mentale, sono state attivate 125 richieste da psichiatri, psicologi e assistenti sociali per dare una corretta informazione nella fase di primo sostegno e supportare i familiari nella gestione della malattia.
Il servizio di mediazione non è semplice interpretariato ma un servizio che vuole rimuovere, insieme alle incomprensioni linguistiche, quegli ostacoli culturali che impediscono la corretta comunicazione tra stranieri e operatori sanitari, compromettendo tutto il rapporto e il percorso terapeutico. Inoltre serve a facilitare l’accesso alle strutture e ai servizi sanitari, ad orientare e fornire ascolto e sostegno nei percorsi diagnostico-assistenziali e infine a favorire percorsi di prevenzione.
Nel 2019 è arrivato anche un importante riconoscimento per lo Staff sviluppo qualità e comunicazione. Il progetto sull’approccio multietnico-culturale nella salute mentale, realizzato in collaborazione con il Centro Salute mentale del Trasimeno, ha infatti ricevuto il quarto premio per la sezione Solidarietà e servizi socio-sanitari nell’ambito del VI Premio Nazionale persona e comunità, promosso dal Centro Studi Cultura e Società per valorizzare la centralità della persona nei migliori progetti della PA e del Volontariato.
Gli operatori di mediazione culturale in ambito sanitario sono iscritti ad una banca anagrafica regionale che è consultabile al link: http://www.uslumbria1.gov.it/servizi/mediazione-culturale
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